Raffaella Vitulano
Mentre i lavoratori italiani scioperano e protestano contro i facili licenziamenti, i lavoratori e i sindacati di tutto il mondo cominciano infatti a riunirsi a Porto Alegre nel secondo Forum Sociale mondiale che dal 31 gennaio al 5 febbraio dirà no a tutte le violazioni dei diritti minimi e sì al benessere di tutti, allo sviluppo economico, al democratico dialogo tra le parti. Porto Alegre sarà la risposta sindacale e della società civile al Forum economico mondiale, che dopo 31 anni quest’anno, in seguito alla tragedia dell’11 settembre, si sposterà da Davos a New York. Nelle sale del vertice, accanto ai tradizionali temi come i tassi di cambio, faranno il loro ufficiale ingresso prepotente anche i conflitti etnici e la povertà.
Perchè sia stato invece scelto il Brasile per il contro-vertice a sud di Manhattan non è difficile a comprendersi. E per riaffermare l’urgenza di sviluppo delle aree povere del pianeta, migliaia di sindacalisti da ogni parte del mondo parteciperanno al Forum sociale mondiale in Brasile, e nello stesso istante migliaia di sindacalisti negli Usa piantoneranno il parallelo World Economic Forum. Al termine delle manifestazioni e dei seminari, una posizione sindacale internazionale comune sarà presentata in contemporanea a Porto Alegre e a New York. Un documento che coinvolgerà tutti i sindacati del mondo coordinati dalla Icftu, dall’Orit, dalla Cmt, dalla Ces, dalla Clat. Tra i temi che saranno affrontati dai sindacati in Brasile: lavoro e sindacalismo, lavoro decente e dignitoso nelle zone franche e nel settore informale, libertà sindacale, sicurezza sociale. Tra i temi che saranno affrontati dai sindacati negli Usa: divario digitale, multinazionali e crescita globale, identità europea, ruolo dei media, moneta unica nella Ue, pratiche di lavoro, riduzione della povertà, rafforzamento della democrazia, ripensamento dell’Fmi e della Banca mondiale, disoccupazione dopo l’11 settembre.
























