“Le deduzioni fiscali non sono agevolazioni e non siamo disposti a pagare i tagli con il rinnovo del contratto nazionale”. E’ quanto affermano in una nota Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin in merito alla misure previste dal governo gialloverde nel Def, aggiungendo che “nessuno pensi di scaricare il costo dello spread sul Paese e il taglio eventuale della deducibilità degli interessi passivi per le banche, sui lavoratori e le lavoratrici del credito che in questi anni di crisi hanno già pagato pesanti sacrifici in termini di riduzioni dell`occupazione e di peggioramento delle condizioni di lavoro”.
Il Governo, proseguono i sindacati, “sa che la norma di cui si parla è oggi omogenea a quanto previsto nel resto d`Europa e in particolare in Germania e Francia e non si capisce il perché si dovrebbe realizzare uno svantaggio competitivo per il sistema del credito che rischia di scaricare il costo di maggiori tasse sugli anelli più deboli della catena, e cioè i lavoratori e i risparmiatori”.
Negli anni della crisi, aggiungono, “abbiamo fatto un contratto al tempo dello spread oltre i 500 punti base a gennaio del 2012 non più ripetibile, per questo le segreterie unitarie inizieranno nella giornata del 19 ottobre un lavoro comune per giungere entro l`anno, previa consultazione dei lavoratori, alla presentazione della piattaforma per il rinnovo del Contratto nazionale con l`obiettivo di aumentare i salari reali, difendere l`occupazione e rafforzare l`area contrattuale”.