Secondo i risultati di un sondaggio Ipsos “Quale domanda sociale dopo la crisi” realizzato per la Cisl e presentato dal presidente Nando Pagnoncelli nel corso dell’assemblea organizzativa della confederazione, per gli italiani la lotta al precariato, seguire le persone nel percorso lavorativo (passaggio scuola-lavoro, cambio di lavoro, formazione continua, passaggio lavoro-pensione) e il rinnovo dei contratti sono i problemi più urgenti che il sindacato dovrebbe affrontare. Il sondaggio è stato realizzato presso un campione di individui residenti sul territorio italiano dai 18 anni in su secondo genere, età, livello di scolarità, condizione lavorativa e zona di residenza. Sono state realizzate 2.200 interviste (su 8.675 contatti) tra il 19 settembre il 2 ottobre 2023.
La lotta al precariato è stata la prima risposta con il 18% del campione intervistato (33% nel totale delle citazioni). Gli italiani si dicono d’accordo (molto d’accordo il 36%, abbastanza d’accordo il 36%, poco d’accordo il 12%) con l’opinione che i sindacati dovrebbero tutelare di più i diritti dei lavoratori marginali (giovani e immigrati con contratti precari).
Il motivo principale di iscrizione a un sindacato è ricevere un aiuto nella difesa dei propri diritti e interessi (40% come prima citazione, 56% del totale delle citazioni). Sono tuttavia importanti i servizi che un sindacato offre nel disbrigo di pratiche burocratiche, fiscali e legali (15% prima citazione, 39% nel totale delle citazioni).
La ricerca parla di una ridotta adesione dei giovani al sindacato rispetto alle generazioni precedenti. La ragione principale sta nella percezione dei giovani che i sindacati non rappresentino adeguatamente le loro esigenze e aspettative (26%).
Ma tra le cause della ridotta adesione dei giovani al sindacato c’è anche la generale mancanza di fiducia nelle istituzioni: la presa di distanza dal sindacato ricalca la generale presa di distanza dei giovani da tutte le istituzioni (22%).
Il sindacato per prima cosa dovrebbe focalizzarsi maggiormente sulle questioni che interessano i giovani, come per esempio occupazione precaria, contratti a termine e basse retribuzioni (23% come prima risposta, 39% nel totale delle citazioni). I giovani chiedono anche servizi specifici, per esempio consulenza e supporto legale, orientamento professionale, formazione e opportunità di networking (15% prima citazione, 32% nel totale delle risposte).
“Abbiamo realizzato una grande ricerca per capire qual è il clima sociale in questo Paese – ha detto Pagnoncelli – quali sono le aspettative nei confronti del sindacato. Emerge che le policrisi stanno generando un livello di preoccupazione largamente diffuso tra i cittadini. È una situazione nella quale il cittadino si ripiega in difesa e si sente vulnerabile. In questo contesto abbiamo voluto approfondire quali sono le aspettative nei confronti del sindacato è come sta cambiando il rapporto con il lavoro”.
“Emerge l’aspettativa di potere avere un equilibrio tra vita personale e lavorativa – continua Pagnoncelli -. Stanno cambiando le priorità, nella vita complessiva l’attenzione che il singolo dedica alle sue relazioni affettive ristrette. Questo può indurre a un ripiegamento difensivo. In questo contesto qual è lo spazio che può occupare il sindacato? Rafforzare l’elemento legato alla difesa dei diritti e delle tutele. Ma si apre anche uno spazio enorme: della prossimità e dell’ascolto. C’è un bisogno di accompagnamento, una presenza in grado di rispondere a preoccupazioni che talora esulano dall’ambiente di lavoro – ha aggiunto – c’è l’esigenza di avere un punto di riferimento. I giovani vogliono conoscere di più il sindacato. Per esempio tra le diverse forme di comunicazione i giovani privilegiano l’idea che il sindacato entri nelle scuole per raccontare cosa fa. E si aspettano che il sindacato li accompagni nel corso di tutta la vita lavorativa”.