E’ partita dalle ore 10 la giornata di mobilitazione nazionale per Almaviva in contemporanea a Roma e Palermo. Si sta volgendo, infatti, in queste ore un sit-in unitario davanti alle Prefetture delle due città per dire no ai licenziamenti che scatteranno se entro il 5 giugno non si troverà una soluzione. Il prossimo lunedì è previsto un incontro al Mise. I lavoratori a Roma hanno chiesto al sottosegretario di Stato della presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti di ricevere una delegazione in mattinata a palazzo Chigi per un confronto.
“Da Palermo l’Slc Cgil e la Cgil hanno lanciato l’idea di questa manifestazione unitaria di Roma con la partecipazione di tutte le sedi dei call center Almaviva. Non abbassiamo la guardia e oggi scendiamo tutti in piazza contro lo scempio di 3 mila licenziamenti annunciati nei tre siti di Palermo, Roma e Napoli, in un settore che ha una prospettiva straordinaria di sviluppo – dichiara il segretario Slc Cgil Maurizio Rosso – Siamo ancora al nulla di fatto, dopo l’ennesimo incontro di ieri tra sindacati azienda e ministero. La tensione è sempre più alta e sempre più ci rendiamo conto dell’immobilismo che ammanta il Paese Abbiamo chiesto per l’ennesima volta al governo di trovare strumenti adeguati e strutturali per portare il settore fuori dalla crisi”. Ù
“Chiediamo ancora investimenti al governo e all’azienda – aggiunge Rosso – per non buttare il lavoro che si è costruito in questi lunghi anni nel comparto comunicazione e servizi. Siamo qui per dire no ai licenziamenti e siamo aggrappati a questo tavolo per costruire una politica industriale che crei occupazione e sviluppo come in tutti i migliori Paesi europei. Un paese moderno si costruisce attraverso lo sviluppo tecnologico e culturale. Lotteremo fino alla fine per raggiungere l’obiettivo. Se lunedì al Mise non si dovesse raggiungere un accordo, torneremo a Palermo e porteremo avanti altre azioni di lotta. Ribadiamo la richiesta di una partecipazione attiva della Regione, che attraverso i fondi di formazione potrebbe dare aiuto a questa vertenza”.
Con la manifestazione di oggi a Roma i sindacati sollecitano al governo risposte concrete. “Ieri al Mise ma ci siamo sentiti ripetere le stesse cose di due giorni fa, addirittura con degli arretramenti, perché l’azienda intende procedere o con i licenziamenti e con soluzioni strutturali per rimettere in sicurezza l’azienda o è disposta a riproporre quello che i lavoratori al 95 per cento hanno bocciato, chiedendo pure il ritiro di tutti gli scioperi – aggiunge Rosalba Vella, segreteria Slc Cgil Palermo – Il nostro mandato è stato preciso: il no a contratti di solidarietà per 6 mesi con percentuali diverse nei vari siti italiani e a contratti part time orizzontali per 5 e 6 ore. I lavoratori non hanno chiesto di riproporre qualcosa già da loro espressamente negato. Anche l’utilizzo di un mix di ammortizzatori sociali previsti dal Job Act, che potrebbero complessivamente coprire fino a 36 mesi continuativi non convince perché i fondi per 36 mesi risulterebbero spezzettati. Ogni contenitore di ammortizzatori sociali deve avere un contenuto di risorse garantito. E la certezza di questi fondi per 36 mesi non esiste, c’è solo la promessa di un ministro”.