Si è svolto ieri a Mestre, nella sede di Confindustria, l’incontro tra i vertici della Electrolux e le delegazioni sindacali. Al tavolo erano presenti i manager della multinazionale con i coordinatori nazionali di Fim, Fiom e Uilm Michele Zanocco, Stefano Zoli e Gianluca Ficco, i segretari provinciali delle stesse organizzazioni e le rappresentanze sindacali unitarie di stabilimento. L’azienda svedese ha annunciato di voler trasferire la produzione in Polonia e in Ungheria per il costo del lavoro molto più basso. Tale decisione, però, porterà nel complesso, fra vecchio e nuovo piano aziendale, a 1.550 esuberi nelle sedi italiane. Ieri la multinazionale ha infatti parlato di 461 nuovi esuberi, da aggiungere a quelli annunciati a marzo: 261 fra gli operai, di cui 46 a Porcia per la delocalizzazione della linea Prometeo di lavatrici in Polonia, 140 a Susegana e 75 a Solaro. A questi si sommano i 200 colletti bianchi, la maggior parte a Porcia, e questo è un taglio, a detta dell’azienda, di cui non si tratta. I dirigenti della multinazionale hanno confermato l’intenzione di non licenziare ma di voler usare, come da prassi aziendale, ammortizzatori e ricollocazione dei dipendenti all’esterno dei siti produttivi. Un prossimo incontro con i rappresentanti dell’azienda svedese è previsto per metà novembre. I sindacati, intanto, si preparano alla mobilitazione immediata: sono 16 le ore di sciopero annunciate, da effettuare entro l’8 novembre in tutti gli stabilimenti del gruppo.
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