Prosegue lo sciopero dei lavoratori delle Carrozzerie di Mirafiori, che da ieri hanno manifestato in corteo dopo le assemblee convocate per valutare le iniziative da intraprendere in seguito alla cig chiesta da Stellantis da metà febbraio a fine marzo. Lo rende noto la Fiom Cgil di Torino, specificando che sono circa 150 le tute blu del primo turno delle linee della 500e e della Maserati che al momento stanno manifestando davanti all’ingresso dello stabilimento. “Quando le lavoratrici e i lavoratori scioperano spontaneamente vuol dire che la situazione è arrivata al limite. Non c’è più tempo da perdere, bisogna agire immediatamente” dichiara Edi Lazzi, segretario generale della Fiom-Cgil di Torino.
“Le soluzioni – prosegue Lazzi – possono essere trovate partendo dalle proposte su Mirafiori di Fim, Fiom e Uilm di Torino. Proposte concrete per la città, per l’industria manifatturiera, per l’economia in generale. Proposte che a mio avviso dovrebbero essere ascoltate nel merito e nel metodo, con la costituzione di un think tank cittadino formato dal presidente della Regione, dal sindaco di Torino, dalle organizzazioni dei lavoratori e da quelle delle imprese, dalla curia, dal Politecnico e l’università di Torino, dalle imprese a partecipazione pubblica di energia elettrica, con il compito preciso di pianificare un progetto di investimenti pubblici e privati, da effettuare nel territorio tesi ad accompagnare in positivo la transizione all’elettrico che se sfruttata adeguatamente è in grado di generare nuova e buona occupazione”.
“In questo modo avremmo maggiori possibilità di convincere Stellantis (e non solo), che produrre auto nella nostra città è ancora un ottimo business, non solo perché abbiamo più di 120 anni di competenze specifiche, ma anche perché abbiamo un progetto organico sull’auto e sull’elettrificazione”, conclude il segretario della Fiom-Cgil di Torino.
Intanto, intervenuto alla trasmissione L’aria che tira su La7, il leader della Fiom-Cgil, Michele De Palma, ha tracciato il drammatico quadro dell’emorragia occupazionale in Stellantis. “Dal 2014 a oggi – ha detto – siamo giunti a 34mila addetti, ne sono usciti 11.500 nel silenzio assoluto della politica. Abbiamo perso 2.800 lavoratori degli enti centrali, che sono quelli importanti perché fanno ricerca e sviluppo. Questo vuol dire che abbiamo perso tre stabilimenti di lavoratori italiani”.
Nei giorni scorsi Fim, Fiom e Uilm “hanno scritto una lettera all’amministratore delegato Tavares e al presidente del consiglio – ha aggiunto – perché al posto di fare polemiche sui giornali abbiamo bisogno di fare un tavolo negoziale in cui se il governo dà dei soldi questi devono garantire produzione e occupazione nel nostro Paese. Non può succedere, se siamo un Paese che ha ancora una dignità, che il giorno prima gli diamo quasi un miliardi di ecobonus e il giorno dopo l’Ad dice che ci sono due stabilimenti a rischio e mette per 7 settimane in cassa integrazione i lavoratori di Mirafiori. Se siano un Paese serio e con una dignità la presidente del consiglio convochi l’Ad”.
Di Palma ha poi sottolineato che “il problema è che a Pomigliano non c’è la missione produttiva dopo la Panda. A Mirafiori finalmente abbiamo costruito la 500 elettrica”. Ma per quella vecchia “ci volevano 4-5 stipendi per comprarla – ha proseguito il numero uno della Fiom – oggi un operaio di Mirafiori non può comprare la 500 elettrica che produce”.
L’Ad Tavares “prende uno stipendio di 23,4 milioni e i dividendi sono in crescita – ha aggiunto – non c’è un problema di crisi della transizione, ma un punto preciso: quei soldi non vengono dati ai lavoratori in termini di investimenti e occupazione. Noi non vogliamo più fare cassa integrazione. Dall’Ilva di Taranto a Torino i metalmeccanici italiani vogliono lavorare e fare la transizione”.
e.m.