L’accordo sottoscritto nei giorni scorsi a Potenza per la ricollocazione di 63 lavoratori dell’indotto Eni di Viggiano, ha creato un precedente significativo: in sostanza, i sindacati sono riusciti a salvare la tutela dell’art 18, bypassando tutte le norme previste dal Jobs act. Per capirne meglio il significato, soprattutto politico, il Diario del Lavoro ha sentito il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa.
“L’accordo –spiega Summa- è stato possibile grazie alla forza della cornice di regole preesistente, e cioe’ l’intesa di sito del 5 ottobre del 2012 tra il gruppo Eni, la regione Basilicata e le parti sociali, Confindustria inclusa”.
“La cornice generale creata da quest’accordo sui cambi d’appalto – ha continuato Summa – valida per tutte le imprese dell’indotto Eni e che coinvolge circa 2000 lavoratori, è l’esempio di come la contrattazione di secondo livello possa determinare effetti positivi, anche quando il quadro legislativo nazionale tende a peggiorare le condizioni di tutela e garanzia occupazionali, come nel caso del Jobs Act, appunto”.
Per il segretario generale della Cgil Basilicata, quindi, è importante “estendere e sperimentare” quella contrattazione di sito che “regola i rapporti tra impresa, lavoratori e territorio” e che costituisce “una buona pratica da promuovere anche in altre realtà per garantire sviluppo, occupazione e diritti”.