Il potere di acquisto eroso dalla troppa inflazione. Ma anche una diversa organizzazione del lavoro, per azzerare turni troppo pesati, e conciliare meglio i tempi lavorativi con quelli della vita. Sono queste alcune delle motivazioni che il segretario generale dei trasporti della Uil, Claudio Tarlazzi illustra, in questa intervista al Diario del lavoro, per spiegare gli scioperi che nei giorni scorsi hanno interessato aerei e treni. Il ministro dei Trasporti Salvini, prosegue Tarlazzi, poteva gestire meglio la situazione, favorendo il dialogo tra le parti, invece di ricorrere alla precettazione. Lo sciopero, spiega il numero uno della Uiltrasporti, non è contro l’utenza ma verso aziende e controparti sorde ai bisogni dei lavoratori.
Segretario Tarlazzi perché il settore aereo ha deciso lo sciopero?
Per quanto riguarda il trasporto aereo, e in particolare il settore dell’handling aeroportuale, siamo di fronte ad un contratto scaduto da oltre 6 anni e a salari assolutamente inadeguati al tipo di lavoro svolto, soprattutto in questa fase di erosione del potere d’acquisto a seguito dell’alta inflazione. Gli oltre 11 mila addetti del settore hanno garantito il funzionamento dell’handling durante la pandemia e nelle fasi di ripartenza successive e meritano ora il giusto riconoscimento per l’impegno e la professionalità dimostrata.
Anche il trasporto su rotaia ha visto i lavoratori in sciopero. Quali sono le cause?
Sempre per questioni contrattuali è stato proclamato lo sciopero in Italo-Ntv. Con questa azienda, infatti, non riusciamo a trovare una convergenza. Abbiamo fatto una richiesta economica e normativa di rinnovo del contratto aziendale, ma per il momento le nostre rivendicazioni rimangono su un binario morto. Lo sciopero in Trenitalia infine è motivato dal fatto che le condizioni di lavoro e l’organizzazione del lavoro non sono adeguate. I turni sono troppo pesanti e l’azienda non è ancora intervenuta benché avesse preso con noi degli impegni già nei mesi scorsi. Dopo lo sciopero del 13 luglio le cose sembrano migliorare almeno per quanto riguarda quest’ultimo fronte. È ripartito subito il confronto, e l’azienda si è impegnata a concretizzare interventi importanti per migliorare le condizioni lavorative e affrontare tutti i temi oggetto della vertenza in un percorso complessivo definito. Il nostro, al momento, rimane un giudizio sospeso, in attesa di vedere l’applicazione di questi impegni. È solo in base a questi riscontri che noi potremo valutare se sussistono ancora le necessità di continuare la nostra protesta o meno. Anche per quanto riguarda l’handling andiamo avanti con le trattative e ci auguriamo che analogo percorso di interlocuzione si riapra anche con Italo-Ntv.
Quali interventi servono per rilanciare i settori?
Nel settore dei trasporti convivono tante realtà spesso con necessità molto diverse, ma in questo momento le priorità che accomunano tutti i comparti riguardano il recupero del potere d’acquisto e un migliore bilanciamento tra il tempo dedicato al lavoro e quello dedicato alla vita privata e alla famiglia. L’approccio al lavoro oggi è profondamente cambiato e noi non possiamo non farci portavoce delle nuove esigenze che emergono. Nel passato abbiamo concesso troppa flessibilità in nome di una maggiore produttività, ma questo non ha portato a maggior benessere per le lavoratrici e i lavoratori. Anzi ha reso molti lavori nei trasporti, un tempo ambiti, poco attrattivi. Ora è il momento di esigere un cambio di passo a partire già dai prossimi rinnovi. Avevamo chiesto al Governo, ad esempio, di intervenire con una detassazione degli aumenti contrattuali per non scaricare troppo sulle aziende il peso di questo recupero dell’inflazione, e non siamo stati ascoltati. Ma ribadiamo che non si può continuare a chiedere sacrifici ai lavoratori.
Il ministro Salvini ha usato l'”arma” della precettazione. Si poteva agire diversamente? C’erano altri margini di manovra?
Il ministro Salvini a nostro avviso ha compiuto un gesto di enorme gravità, limitando un diritto dei lavoratori sancito dalla Costituzione. Gli scioperi nel settore dei trasporti sono regolati da una normativa molto severa e sia quello nel settore ferroviario del 13 luglio, che quello nel trasporto aereo del 15 luglio, erano stati proclamati in modo legittimo nel pieno rispetto della legge con largo anticipo. Il ministro avrebbe potuto intervenire cercando di trovare una mediazione tra sindacati e aziende molto tempo prima per arrivare anche ad evitare lo sciopero. Invece ha scelto di agire fuori tempo massimo, dimostrando quindi pochissimo interesse per le motivazioni, più che legittime, della protesta.
Lo sciopero nei trasporti impatta molto sull’utenza, alimentando, spesso, il conflitto sociale. In che modo il sindacato può mitigare questa narrazione? C’è qualcuno che l’ha alimenta?
Le lavoratrici e i lavoratori dei trasporti, ma credo di qualsiasi settore, non si divertono a scioperare. Per loro rappresenta un costo che si eviterebbero molto volentieri. Ma davanti all’atteggiamento di totale chiusura da parte di aziende e associazioni datoriali nei confronti di necessità e bisogni sempre più urgenti, lo sciopero rimane l’unico strumento utile per far sentire la voce dei lavoratori. L’obiettivo non è creare disagi all’utenza, ma spingere le aziende ad intraprendere un’interlocuzione costruttiva per la risoluzione delle problematiche. Le associazioni datoriali, quelle dei consumatori, per molti versi la stampa e ora anche il ministro dei Trasporti, nella loro narrazione scaricano la colpa dei disagi a chi sciopera e alle sigle sindacali proclamanti, ma il nostro compito deve essere quello di spiegare sempre chiaramente e con molta franchezza le ragioni delle nostre rivendicazioni. Non dimentichiamoci che la stragrande maggioranza degli utenti dei trasporti è composta da lavoratrici e lavoratori che, anche se in altri settori, ogni giorno affrontano problematiche e difficoltà spesso molto simili a quelle rivendicate nel trasporto ferroviario e in quello aereo.
È stato appena siglato il rinnovo del contratto di Autostrade? Come lo giudica? Quali sono i contenuti principali?
Siamo abbastanza soddisfatti del risultato raggiunto. Con questo rinnovo, oltre all’aumento economico complessivo di 250 euro, che rappresenta un importante recupero del potere d’acquisto per gli oltre 13 mila addetti del comparto, è stato fondamentale non cedere alle richieste delle controparti che avrebbero voluto condizioni peggiori per i nuovi assunti rispetto ai dipendenti attuali, per recuperare in questo modo una parte dei costi del rinnovo. Inoltre, abbiamo ottenuto un miglioramento delle tutele normative, in particolare per quanto riguarda i congedi di maternità e paternità, lo smart working e il part time. Riuscire a coniugare i tempi di vita con quelli del lavoro è un obiettivo fondamentale e questo accordo rappresenta un buon punto di partenza. Il prossimo step, a cui stiamo già lavorando, è la definizione di un contratto di filiera che allarghi il perimetro dell’attuale contratto collettivo per meglio tutelare soprattutto chi opera nelle società di attività complementari connesse e accessorie alle concessioni autostradali.
Tommaso Nutarelli