“Siamo fortemente preoccupati per il rischio, sempre più concreto, di non raggiungere gli obiettivi fissati dal Pnrr per il potenziamento della banda ultralarga e delle reti 5G”. Lo sottolineano in una dichiarazione congiunta Barbara Apuzzo, responsabile Politiche e sistemi integrati di telecomunicazione della Cgil nazionale, e Riccardo Saccone, segretario nazionale Slc Cgil, avvertendo che “bucare gli obiettivi significherebbe perdere un’occasione unica di rilanciare il Paese, e questo non possiamo davvero permettercelo”.
Per la Cgil e la Slc il settore “è al collasso e si rischiano 20mila posti di lavoro”. L’allarme del sindacato arriva in conseguenza “dei grandi ritardi di copertura fino ad oggi accumulati, che rischiano di far perdere all`Italia i miliardi destinati alla costruzione di una capillare ed efficiente infrastruttura nazionale per la banda ultralarga”.
Come sarà possibile, si chiedono i due sindacalisti, “coprire 6,87 milioni di civici del bando Italia 1 Giga (Aree nere e grigie) considerando ad esempio la performance sul Piano Bul di Open Fiber nelle Aree Bianche (proprio quelle più svantaggiate), dove si continuano ad accumulare ritardi su ritardi? O con la vicenda Tim, le cui sorti sembrano essere state definitivamente affidate al mercato, nella totale assenza di scelte volte al consolidamento di una delle più importanti e strategiche aziende Italiane?”
“É evidente dunque che se la gara più ricca (con una dotazione di 3,4 miliardi) per il Piano Italia a 1 Giga (fibra ottica e fixed wireless), aggiudicata da Tim-Fibercop e Open Fiber ha visto mancare il primo obiettivo di copertura, cioè l`1% dei numeri civici previsti, è inverosimile pensare che le prossime scadenze semestrali registrino risultati diversi. (Queste prevedono tassi di copertura pari al 15% a giugno, 25% a fine anno, 40% a giugno 2024)”.
“Davanti a questo scenario desolante, la nostra preoccupazione cresce ulteriormente di fronte alla mancanza di soluzioni da parte del Governo. Soluzioni che dovrebbero pensare a come procedere in direzione di una diversa industrializzazione del settore, partendo proprio dal consolidamento dell`Incumbent nazionale”, aggiungono Apuzzo e Saccone.
E.G.