“Abbiamo salutato con favore la svolta annunciata dall’Europa di non voler più contrastare i processi di consolidamento tra le aziende del settore delle Telecomunicazioni, ma, va detto, la situazione italiana rimane un pasticcio”. È quanto afferma in una nota il segretario generale della Slc-Cgil, Fabrizio Solari, che prosegue: “Nella bozza di direttiva questi processi sonno indicati come “transfrontalieri”, non nazionali”. Il che significa, come spiega Solari, “che il via libera riguarda la possibile creazione di Campioni Europei. Del resto Francia e Germania non hanno bisogno di consolidare i rispettivi mercati nazionali, ancora dominati dagli ex monopoli di Orange e Deutsche Telekom, ma semmai di unire queste due aziende per dar vita, appunto, ad un Campione Europeo”.
“A questo auspicabile processo – chiarisce prosegue il segretario della Slc – Tim avrebbe potuto partecipare con pari dignità nella dimensione che aveva all’epoca della privatizzazione. Avrebbe potuto aspirare a stare al tavolo persino nella striminzita dimensione a cui è stata ridotta da vent’anni di gestione privata, ma di sicuro non potrà neppure aprire una interlocuzione dopo la scelta dello spezzatino che il Governo ha avallato.”
Un panorama che la Slc aveva previsto da tempo, denunciando come “questa scelta ci avrebbe allontanato dall’Europa. Ora, – prevede il leader sindacale – l’unica prospettiva credibile per Tim è quella di essere acquisita dal probabile soggetto industriale franco-tedesco. Del resto questa è stata la sorte di Fiat, Alitalia e tante altre aziende nazionali”
“Non ci si stupisca poi – conclude amaramente Solari – se in termini di reddito disponibile, livelli salariali, tasso di occupazione e prodotto interno lordo, il peso relativo del nostro Paese rispetto all’Unione Europea continua inesorabilmente a scendere.”
e.m.