I lavoratori del settore Tlc oggi in sciopero a Roma per una grande manifestazione nazionale indetta dai sindacati di categoria Slc Cigl, Fistel Cisl e Uilcom Uil per di no “ai piani di scorporo di industria e servizi delle principali telco; alle minacce di dumping contrattuale delle aziende di customer service in outsourcing, ossia i reiterati tentativi di fuoriuscire dal contratto collettivo nazionale delle Tlc per comprimere salari e diritti”.
“Sostegno a Fistel Cisl e ai lavoratori delle Tlc che oggi protestano per tutelare occupazione e salari, contro lo scorporo di industrie e servizi, i ritardi su banda ultralarga e reti 5 g. Occorre rimettere il settore al centro della transizione digitale del Paese”. Lo scrive su Twitter il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra.
“Pieno sostegno allo sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici delle telecomunicazioni. La deriva di un settore strategico che occupa oltre 120mila persone, denunciata da tempo da Confederazione e Slc, rischia di avere enormi conseguenze sul piano occupazionale, con 20mila addetti diretti e migliaia nell’indotto in bilico, e per il sistema Paese”. È quanto dichiara il segretario confederale della Cgil, Pino Gesmundo, presente alla manifestazione, che si sofferma in particolare sulla “preoccupante situazione di Tim, con oltre 20 miliardi di debiti e che veleggia verso la definitiva rinuncia all’unicità dell’azienda” e sull'”allarmante condizione dei customer in outsourcing, per i quali è urgente stabilire un contratto di riferimento per arginare l’attacco a salari e diritti in un comparto dove molti committenti già applicano contratti pirata”.
“Se non si cambia strada e in assenza di un intervento strutturale delle istituzioni – conclude Gesmundo – un settore che oggi dovrebbe rinnovarsi per diventare perno centrale della transizione digitale e munirsi di una rete funzionale alle reali esigenze del Paese, subirà un ulteriore ridimensionamento, con una perdita enorme per il lavoro e per l`Italia”.
e.m.