La Commissione Ue ha approvato oggi il piano di stabilità dell’Italia, giudicato nelle sue direttrici generali coerente con i requisiti del Patto di stabilità.
L’Italia ha confermato l’obiettivo del deficit del 2002 allo 0,5% del Prodotto interno lordo e il traguardo del pareggio nel 2003. Tuttavia non mancano le riserve di Bruxelles sulle stime di crescita e su alcuni aspetti della politica di bilancio.
Nella valutazione globalmente positiva sul programma italiano, la Commissione Ue prende atto con soddisfazione della riconferma degli obiettivi di bilancio per il 2002 (deficit allo 0,5% del Pil) e per il 2003 (pareggio). Il percorso tracciato dal piano assicura ai conti pubblici italiani margini di sicurezza “sufficienti” ad evitare il superamento della soglia del 3,0% di disavanzo nel caso di fluttuazioni congiunturali avverse.
Ma Bruxelles non rinuncia ad indirizzare al governo diverse osservazioni, sia nel breve che nel medio e lungo termine.
Fra queste, è sottolineato con “rammarico” il rinvio di un anno (al 2004) della data in cui il debito pubblico scenderà sotto il 100% del Pil. Nel dettaglio delle misure previste dall’Italia nella Finanziaria 2002 e negli anni successivi, la Commissione nota la presenza di diversi provvedimenti “eccezionali” (come la cessione degli immobili) e sollecita la loro sostituzione con misure di carattere permanente.
La Commissione ritiene inoltre che lo scenario macroeconomico presentato dal governo sia un pò ottimistico (in particolare per la crescita del 2002, che Roma stima al 2,3% contro l’1,3% di Bruxelles), con possibili conseguenze rispetto al rispetto degli obiettivi di finanza pubblica.
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