Cig in calo del 6,5 % nel primo semestre dell’anno: e’ quanto emerge dal sesto rapporto Uil che analizza l’andamento della Cassa integrazione guadagni.
Secondo il sindacato, il dato lascia emergere conseguenze “preoccupanti”: da una parte i dati sulla cassa straordinaria, che avendo meno degli altri risentito dei cambiamenti legislativi in tema di ammortizzatori sociali, è l’unica gestione ad aver registrato una crescita (+12,6%), dall’altra il numero medio mensile di lavoratori in cassa integrazione che continua a mantenersi a livelli altissimi trattandosi di oltre 338 mila unità di lavoro stimate a zero ore.
In questi 6 mesi, 8 regioni sono state interessate dall’aumento delle ore richieste di cassa integrazione (e 12 dall’aumento della cassa integrazione straordinaria). Lombardia e Piemonte sono le regioni che, in valori assoluti, continuano ad assorbire il maggior quantitativo di ore (rispettivamente 64,4 milioni e 51,2 milioni di ore), ma in termini percentuali la Valle d’Aosta registra il più forte aumento (+56,8%), seguita dal Lazio (+36,5%). La maggior contrazione di cassa integrazione in Basilicata (-46,3%).
Per quanto riguarda le province, è Avellino a vedere la maggiore crescita di ore richieste di Cig rispetto allo stesso semestre del 2015 (+314%), seguita da Frosinone (+265,9%), Ferrara (+253,9%), Livorno (+199,3%) e Ragusa (+169,1%).
“Pur continuando a sostenere come non fosse questo il momento di cimentarsi in correttivi restrittivi rispetto a tali strumenti e in assenza di un sistema di politiche attive che possa permettere la ricollocazione di quanti fuoriescono dal mercato del lavoro – ha commentato il segretario confederale Guglielmo Loy -, ciò che possiamo fare è proporre emendamenti che possano migliorare le tutele dei lavoratori sia in tema di ammortizzatori sociali che rispetto ad altri temi modificati dal Jobs Act.”
Inoltre, il calo delle assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato nei primi 5 mesi del 2016 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso “era in parte prevedibile – continua Loy commentando i dati Inps sul precariato -, poiché dovuto al picco di avviamenti di fine 2015, periodo in cui era possibile usufruire dell’esonero totale dei contributi”.
“Il dato, in sostanza, fotografa un quadro di debole crescita, in linea con il basso andamento del Pil – aggiunge -. Entro questi numeri, oltre al calo del lavoro stabile, vi sono elementi che non vanno sottovalutati: continua a crescere il lavoro debole attraverso un uso “ambiguo” del part-time, che sembra, in parte, nascondere il lavoro grigio e, soprattutto, l`utilizzo negativo dei voucher, anche in zone che, precedentemente, avevano un uso limitato come nel Sud.”