“La Confederazione europea dei sindacati esce dal Congresso di Parigi con una maggiore determinazione a opporsi alle politiche di austerità e di rigore che sono state portate avanti, in questi anni, dalla Commissione dell’Unione europea e dai Governi dei paesi che fanno parte dell’Unione.” A parlare così è Fausto Durante, responsabile delle politiche europee e internazionali della Cgil, raggiunto telefonicamente, nella capitale francese, poco dopo il discorso conclusivo del Congresso, tenuto dal Presidente uscente – lo spagnolo Ignacio Fernandez Toxo, leader delle Comisiones Obreras – alla fine della mattinata di venerdì 2 ottobre.
In particolare, spiega lo stesso Durante, con i documenti approvati da questo suo 13° Congresso, la Ces chiede di essere considerata come uno dei protagonisti, a pieno titolo, del cosiddetto Semestre europeo. Un’espressione tecnica, quest’ultima, ben nota ai frequentatori delle sedi dell’Unione a Bruxelles o a Strasburgo, ma assai meno nota all’opinione pubblica. In questo caso, infatti, con “semestre europeo” non ci si riferisce ai sei mesi di presidenza dell’Unione che toccano, a rotazione, a tutti i paesi membri, ma al meccanismo di governance della stessa Unione. Meccanismo in base al quale, ogni anno, vengono elaborate e definite le raccomandazioni specifiche che saranno poi inviate dalla Commissione ai singoli paesi membri.
Fin qui la Ces (Etuc, in inglese) è stata tenuta sostanzialmente fuori dal funzionamento di questo meccanismo. Ma adesso, ha detto Luca Visentini, il dirigente della Uil che è stato eletto a Parigi nuovo segretario generale della stessa Ces, “in assenza di questo riconoscimento formale, siamo pronti ad assumere iniziative di mobilitazione”.
Per i sindacati italiani, l’assise di Parigi non è stata avara di soddisfazioni. Da un lato, le nostre tre maggiori confederazioni – Cgil, Cisl, Uil – hanno sostenuto con convinzione la candidatura di Visentini alla guida della Ces. Candidatura contrapposta a quella del tedesco Peter Scherrer, che è stato poi eletto, come la svedese Veronica Nilsson, alla carica di segretario generale aggiunto della stessa Ces. Per restare alla formazione dei gruppi dirigenti delle organizzazioni sindacali europee, va qui ricordato che pochi giorni fa un’altra italiana, Carla Cantone, leader dello Spi-Cgil, è stata nominata segretaria generale della Ferpa, la federazione europea dei sindacati dei pensionati.
Dall’altro lato, al 13° Congresso la Cgil si è resa, in particolare, protagonista di un’iniziativa di linea politica, proponendo un emendamento aggiuntivo al cosiddetto Piano d’azione 2015-2019 che, col Manifesto di Parigi, costituisce la coppia dei due documenti fondamentali sottoposti al dibattito congressuale. Emendamento con cui la Confederazione guidata da Susanna Camusso intendeva introdurre nel dibattito l’idea della definizione di un meccanismo di salario minimo in dimensione europea, volto a impedire forme di dumping salariale fra i diversi paesi dell’Unione. La stessa Camusso ha poi ritirato l’emendamento, ottenendo però l’assicurazione che il tema sarà ripreso nel corso della prima riunione del Comitato Esecutivo, il parlamentino della Ces eletto dal Congresso di Parigi per i prossimi quattro anni.
Per tornare ai nuovi gruppi dirigenti, il belga Rudy De Leeuw è stato eletto quale nuovo presidente della Ces, mentre della nuova segreteria confederale faranno parte anche Liina Carr (Estonia), Esther Lynch (Irlanda), Montserrat Mir Roca (Spagna) e Thiébaut Weber (Francia).
@Fernando_Liuzzi





























