Le pensioni vigenti al primo gennaio 2018 sono 17.886.623, di cui 13.979.136 di natura previdenziale, cioè prestazioni che hanno avuto origine dal versamento di contributi previdenziali (vecchiaia, invalidità e superstiti), durante l’attività lavorativa del pensionato. Lo ha reso noto l’Inps che ha diffuso i nuovi dati sulle pensioni vigenti e liquidate dei lavoratori privati.
L’importo complessivo annuo risulta pari a 200,5 miliardi di euro di cui 179,6 miliardi sostenuti dalle gestioni previdenziali.
Oltre la metà delle pensioni è in carico alle gestioni dei dipendenti privati delle quali quella di maggior rilievo (95,6%) è il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti che gestisce il 48,2% del complesso delle pensioni erogate e il 61,1% degli importi in pagamento. Le gestioni dei lavoratori autonomi elargiscono il 27,5% delle pensioni per un importo in pagamento del 23,9% mentre le gestioni assistenziali erogano il 21,8% delle prestazioni con un importo in pagamento di poco superiore al 10,4% del totale.
Nel 2017 sono state liquidate 1.112.163 pensioni delle quali poco meno della metà (49,7%) di natura assistenziale. Gli importi annualizzati, stanziati per le nuove liquidate del 2017 ammontano a 10,8 miliardi di euro, che rappresenta circa il 5,4% dell’importo complessivo annuo in pagamento all`1.1.2018.
Il 70,8% delle pensioni erogate dall’Inps, 12,8 milioni di assegni, sono inferiori ai mille euro. Per le donne tale percentuale arriva all’86,6%.
Il 62,2% delle pensioni ha un importo inferiore a 750 euro. Questa percentuale, che per le donne è al 75,5%, costituisce solo una misura indicativa della “povertà”, per il fatto che molti pensionati sono titolari di più prestazioni pensionistiche o comunque di altri redditi.
Delle 11.117.947 pensioni con importo inferiore a 750 euro, solo il 44,3% (4.930.423) beneficia di prestazioni legate a requisiti reddituali bassi, quali integrazione al minimo, maggiorazioni sociali, pensioni e assegni sociali e pensioni di invalidità civile.
In questo caso il divario tra i due generi è accentuato; infatti per gli uomini la percentuale di prestazioni con importo inferiore a 750 euro scende al 44,5% e se si analizza la situazione della categoria vecchiaia si osserva che questa percentuale scende al 23,0%, e di queste solo il 22,5% è costituito da pensioni in possesso dei requisiti a sostegno del reddito. Sempre per i maschi, si osserva che oltre un terzo delle pensioni di vecchiaia è di importo compreso fra 1.500 e 3.000 euro.