Le risposte del Governo alle richieste dei sindacati sulle pensioni sono state “insufficienti”. Pertanto, “qualora il confronto non determini avanzamenti il giudizio della Cgil non potrà che essere negativo”. E’ quanto si legge nell’ordine del giorno del comitato direttivo che si è riunito nella tarda serata di ieri, per fare il punto dopo gli incontri tecnici e politici a Palazzo Chigi.
Non convince dunque il pacchetto di misure in 7 punti, per un costo complessivo di 300 milioni di euro, presentato ieri dal Governo alle parti sociali Il sindacato di Corso d’Italia chiede così all’esecutivo di mantenere gli impegni presi con la sottoscrizione, un anno fa, del protocollo che aveva data via alla “fase 2” sul tema previdenziale.
“Le risposte ottenute dal Governo, limitate al tema della aspettativa di vita e ad alcune proposte emendative sul Fondo di integrazione salariale (Fis) e sulla previdenza complementare per i lavoratori pubblici, sono del tutto insufficienti – sottolinea la Cgil – non solo rispetto alle proposte unitarie contenute nella piattaforma sulle pensioni oggetto di rivendicazione da oltre 2 anni, ma anche rispetto agli impegni definiti per la seconda fase nel verbale sottoscritto l`anno scorso su questi temi con il Governo”.
In particolare, rileva il sindacato guidato da Susanna Camusso, il confronto “non ha registrato nessuna risposta su flessibilità in uscita, giovani, lavoro di cura e condizione delle donne, previdenza complementare per i lavoratori del privato. Temi che, in modo particolare per le giovani generazioni, rappresentano la possibilità di tenuta di un sistema di previdenza universale”.
Sull’aspettativa di vita, prosegue la Confederazione, ” abbiamo preso atto che il Governo non ha dato risposte convincenti e sufficienti rispetto alla nostra richiesta di sospendere l`automatismo di adeguamento, per aprire così una discussione volta a modificare il meccanismo stesso. Nello specifico, quanto proposto dal Governo non risponde al fatto che l`adeguamento incide negativamente su tre fattori: vecchiaia, pensione anticipata e calcolo coefficienti di trasformazione”.
Per queste ragioni, la Cgil ritiene “indispensabile dare continuità alle iniziative già definite per tenere viva la piattaforma, con l’obiettivo di sostenere le proposte sindacali e determinare cambiamenti nella prossima legge di bilancio; tenere aperta, nella relazione con i lavoratori, la volontà di un cambiamento strutturale del sistema pensionistico, che per la Cgil rimane obiettivo anche per il confronto con i prossimi governi “.
Le eventuali iniziative di mobilitazione “dovranno essere l’occasione per confermare il giudizio più ampio sulle misure previste nella legge di bilancio – conclude il sindacato- una legge che abbiamo giudicato inadeguata rispetto al tema del lavoro e degli ammortizzatori, sugli investimenti, sulle politiche economiche e sulla sanità”.
T.N.





























