Contrattare ai tempi dei social network. E’ tutta un’altra cosa rispetto al passato e anche al presente. Perché cambiano le strutture e i modi di contattarsi delle persone e quindi le strategie e soprattutto le tecniche. La prima cosa che è avvenuta, qualche anno fa, è stata la caduta della privacy. Ormai da tempo non c’è più nulla di riservato, tutto è subito online, alla mercé di chiunque, ossia di tutti, perché tutti sono perennemente sul web.
Le prime innovazioni cominciarono quando dalle riunioni ristrette cominciarono a partire degli sms con i contenuti di quanto affermavano le persone presenti alla riunione. Poi ci fu chi registrava e trasmetteva il diretta intere riunioni, che non erano magari riservate, ma erano svolte in modo da arrivare solo ai presenti e non a tutto il mondo. Un’abitudine che dilagò, per cui fu gioco forza adattarsi, perché comunque sarebbe stato inutile, difficile, forse impossibile frenare queste pratiche.
Con i social network e l’abitudine di essere perennemente collegati al web è arrivato il salto di qualità. Ormai ogni affermazione, ogni presa di posizione, viene immediatamente rilanciata online ed è immediatamente soggetta al giudizio di chi la legge. I like e i dislike, i retweet, contano, eccome se contano. Lo ha spiegato bene, con cognizione di causa, Massimo Forbicini, direttore per le relazioni industriali di Vodafone Italia, nel corso della lezione che ha tenuto ieri alla Scuola di relazioni industriali de Il diario del lavoro e dell’università La Sapienza. Parlando proprio della contrattazione in questa nuova era dominata dai social network, Forbicini non ha esitato nell’affermare che i giudizi online non possono assolutamente essere ignorati.
Perché, ha spiegato, mentre una persona fa un’affermazione non rappresenta più solo se stessa, ma l’azienda, o il sindacato, per nome di cui parla. Nel suo caso non è il signor Forbicini a esprimersi, ma l’azienda Vodafone: e la riprovazione che può emergere diventa un danno immediato all’azienda, un attacco al brand che lui dovrebbe difendere. La gente può decidere perfino, e lo fa, di cambiare gestore se una cosa detta dall’azienda non piace o non piace molto. Quindi è caduta ogni possibilità di esprimersi senza tener conto di questo complesso mondo che può mettersi in moto all’improvviso.
Si può pensare che ciò valga solo o di più per una grande azienda delle telecomunicazioni, che vive appunto di trasmissione di dati e parole, e che è soggetta a una concorrenza molto stretta in un mercato sempre più difficile. Ma non è così, perché una media azienda metalmeccanica forse non ha queste immediate ripercussioni, ma risente certamente se nel suo hinterland, nel suo quartiere, nella sua piccola città, è oggetto di riprovazione, di sdegno, o anche solo di critica. Anche in questo caso i like contano. E comunque il processo è iniziato e non può che allargarsi perché i social network tutto mostrano meno che affaticamento.
Questo cosa comporta per le relazioni industriali, che già vivono tanti problemi? Che la prima regola di comportamento è la prudenza. Le riunioni riservate e le ristrette si continueranno a fare, almeno per un po’, ma cambieranno anima, perché ciascuno arriverà a questi appuntamenti corazzato, in difesa, attento a non scoprirsi. Diventerà sempre più importante la strategia, sempre meno la tattica; non ci si potrà esporre più di tanto e sarà necessario evitare strade traverse, che prese isolatamente potrebbero essere interpretate negativamente e quindi dare luogo a critiche e attacchi.
Tutto negativo allora? Non necessariamente. Perché è vero che salteranno alcune vecchie abitudini, ma non è detto che queste poi siano proprio positive. Ci sarà più chiarezza nei comportamenti, sarà più facile capire cosa sta accadendo, soprattutto sarà necessario non perdersi in mille rivoli, ma nei confronti andare subito al merito dei problemi, al nocciolo che si deve affrontare per risolvere i problemi emersi o emergenti. Si perderà qualcosa, ma sarà forse più facile capire cosa vuole la controparte e quindi le trattative saranno più dense, più omogenee, più dirette. Forse gli attori delle relazioni industriali capiranno che devono fidarsi gli uni degli altri e non solo farsi la guerra. Chissà, magari questo nuovo modo di contrattare sarà l’atout che porterà le relazioni industriali fuori dalle secche nelle quali si trovano impantanate.
Contrattazione
Governo e imprese hanno firmato, giovedi, un importante protocollo per limitare le delocalizzazioni dei call center. L’accordo prevede che il 95% delle attività di call center svolte direttamente dalle imprese sia svolto in Italia e che l’80% di quelle derivanti dai nuovi contratti in outsurcing siano da effettuare sul territorio nazionale.
Il Comune di Roma ha firmato con i sindacati di categoria il contratto sul salario accessorio. L’accordo prevede che il 90% delle risorse destinate a vengano assegnate in base alla produttivita’ di struttura che va a rimpiazzare, capovolgendone l`ottica, la vecchia produttività di sistema fondata sulla valutazione individuale del lavoratore data dal dirigente. Prosegue, a livello nazionale invece, la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale edile artigiani scaduto il 30 giugno 2016, ma senza avanzamenti significativi, come denunciano i sindacati di categoria, per il rilancio del settore. Deutsche Bank Italia ha siglato l’accordo sulle uscite volontarie che riguarda le eccedenze occupazionali dichiarate dall’azienda, nel quadro del progetto di ristrutturazione aziendale denominato Strategy 2020, che porterà all’incorporazione dell’attuale Gruppo italiano in un`unica legal entity (Db Spa). Infine, si è svolto il primo incontro tecnico tra Unionmeccanica-Confapi e sindacati per il rinnovo del contratto. Secondo i sindacati, ancora ampie sono le distanze a proposito di diversi aspetti relativi all’apprendistato, ai contratti a termine, alla contrattazione territoriale e agli straordinari. La parte economica, inoltre, è stata discussa ancora solo superficialmente.
La nota
Michele Faioli prende spunto dal caso Alitalia per evidenziare l’uso eccessivo dei referendum: un’anomalia tutta italiana e un rischio, perché salta la responsabilità delle rappresentanze elette direttamente dai lavoratori
L’analisi
Fernando Liuzzi riferisce sul rapporto annuale presentato da Federmeccanica, nel quale emergono i cambiamenti che le novità tecnologiche hanno apportato al mondo del lavoro metalmeccanico.
Il blog del Diario
Roberto Polillo fa il punto sulle primarie del Pd e la vittoria indiscussa di Matteo Renzi. Secondo Polillo, a poco serve disquisire sul calo di votanti rispetto alla gloriosa epopea prodiana, un tempo ormai lontanissimo in termini politici.
Benedetta Buccellato interviene sul caso del Teatro Eliseo: un teatro totalmente privato che con la giustificazione di ’’spese ordinarie e straordinarie’’ viene impropriamente finanziato con ben 2 milioni di denaro pubblico, stanziati dal governo attraverso un ‘’comma’’ inserito a sorpresa nel decreto legge sulle disposizioni urgenti in materia finanziaria e a favore delle zone colpite da eventi sismici.
Diario della crisi
I lavoratori Rai di Palermo e Catania hanno espresso una forte preoccupazione per il nuovo ridimensionamento dovuto alla proposta della Commissione Parlamentare di Vigilanza e si preparano alle iniziative di sciopero. Dopo l’occupazione dei dipendenti di Edita per il mancato pagamento degli stipendi, l’azienda anticipa le retribuzioni ma lavoratori e sindacati chiedono alle istituzioni di attivarsi affinché le lavorazioni ancora oggi esistenti, qualora venissero affidate a terzi, possano assorbire gli attuali dipendenti. Nel settore telecomunicazioni, i lavoratori Tim sono scesi in piazza, a Rozzano in provincia di Milano, per uno sciopero generale e presidio nazionale indetto da Slc Cgil, Snater e Cobas in concomitanza con l’assemblea dei soci della media company per l’approvazione del bilancio e il rinnovo della governance della società. La multinazionale Tech Mhindra ha licenziato 11 lavoratori dell’Italtel: un brutto segnale secondo i sindacati per tutti i lavoratori del gruppo, in quanto la multinazionale indiana acquisirà il 100% dell’azienda di telecomunicazioni. Cobas e Unicobas hanno proclamato due giorni di sciopero nel settore scuola (personale docente ed Ata) lo scorso 3 maggio (infanzia, primaria e media di primo grado) e per martedì 9 maggio (scuola superiore) contro i quiz Invalsi e la legge 107.
Documentazione
Nella sezione dedicata è possibile visualizzare il Misery Index di Confcommercio di marzo 2017, il testo dell’indagine “Vita da artisti” condotta dalla Fondazione di Vittorio e Slc Cgil, le slides del Governo dell’accordo sulla delocalizzazione dei call center, il testo dell’accordo sulle molestie e la violenza nei luoghi di lavoro e il testo del II rapporto Confindustria-Cerved sulle Piccole e medie imprese nel centro nord. Infine, è possibile trovare la nota mensile Istat sull’andamento dell’economia italiana di aprile e i dati provvisori Istat su occupati e disoccupati di marzoe il rapporto annuale di Community Media Research per Federmeccanica.