Il sindacato di categoria Slc Cgil, in risposta alle affermazioni rilasciate dal Ministro dei Beni e delle attività culturali Dario Franceschini oggi in Commissione Cultura, si è detta disponibile al confronto sulle fondazioni liriche. “Siamo d’accordo ad aprire una seria e costruttiva discussione sulla questione – sottolinea la segretaria nazionale Slc Cgil Emanuela Bizi – se l’attuale profilo giuridico delle fondazioni lirico sinfoniche sia quello che serve alla lirica in Italia. Quello in vigore – prsegue la segretaria – è un modello che evidentemente non ha funzionato perchè i privati non hanno investito, se non in alcuni limitati casi.”
Per Bizi il cuore del problema delle fondazioni, “è che il Fus e le sovvenzioni pubbliche locali non sono assicurate anno per anno e spesso arrivano in ritardo”, comportando “da un lato la necessità di indebitamento da parte delle fondazioni interessate, dall’altra l’impossibilità di garantire programmazioni pluriennali, con produzioni originali esportabili, come succede all’estero”.
Insomma, per il sindacato bisogna intervenire nell’ambito di una visione complessiva dello spettacolo dal vivo in Italia, “a partire dai fondi pubblici – conclude Bizi – ripartiti secondo la filiera dello stato, che devono essere garantiti, nell’ammontare e nei tempi di erogazione, a fondazioni teatri, e a tutte le strutture che ricevono fondi pubblici per poter promuovere le nostre eccellenze, le nostre opere, il nostro teatro, e la cultura in generale, durante tutto l’anno.”