“È necessario provvedere al più presto ad un Piano di edilizia 4.0 dedicato appositamente al settore, e non è più rimandabile l’adozione di una piattaforma digitale nazionale per le costruzioni”. Per cominciare subito “partiamo dai progetti degli enti locali e mettiamo lì tutte le risorse”. A chiederlo Gabriele Buia, presidente dell’Ance, in audizione in commissione Ambiente della Camera.
Ma per far questo, occorre “togliere burocrazia e tagliare senza tentennamenti i troppi centri decisionali e posti di potere.
Dobbiamo mettere fine alla giungla dei programmi e delle procedure ministeriali, che in totale sono ben 12, e alla babele dei pareri e dei veti incrociati dell’Amministrazione nell’attivazione delle risorse, creando un unico canale di finanziamento”, ha detto Buia.
Per l’Ance sono necessari: “l’assegnazione delle risorse entro un tempo limitato e certo; l’avvio dell’opera entro un termine perentorio, pena la perdita dei finanziamenti; la realizzazione dell’opera deve seguire un cronoprogramma definito e vincolante; l’attivazione di meccanismi premiali per quelle stazioni appaltanti che riescono a contabilizzare i lavori in tempi rapidi”.
Per le città, l’Anche chiede un piano di “rigenerazione urbana” da “almeno 5 miliardi”.
“Occorre – ha sottolineato Buia – trasformare le città adattandoli a esigenze radicalmente cambiate, tutte le forze politiche devono lavorare con spirito di unità nell’interesse del Paese in un’ottica di sostenibilità e innovazione”.
“Il dibattito cui abbiamo assistito nel corso dell’approvazione delle norme sui centri storici inserite nel decreto Semplificazioni è un senso di uno scollegamento dalla realtà del Parlamento”, ha sottolineato.
TN