Secondo uno studio della Cgil e del Sunia, il sindacato nazionale degli inquilini e degli assegnatari, l’emergenza abitativa ha “dimensioni preoccupanti per la tenuta sociale del paese”. Tra le principali cause dei provvedimenti di sfratto ci sono la morosità, “segno del crollo dei redditi”, e il conseguente aumento di richieste di esecuzione.
Lo studio, infatti, evidenzia come le morosità rappresentino quasi il 90% dei provvedimenti emessi, “segno inequivocabile che i redditi da lavoro e da pensione, per una quota sempre maggiore di famiglie colpite dalla crisi, non sono sufficienti per affrontare le spese dell’abitazione, con costi al limite della sostenibilità economica”.
Inoltre, l’aumento delle richieste di esecuzione presentate all’ufficiale giudiziario “costituisce l’elemento più preoccupante dell’emergenza sfratti, perché riversa sugli enti locali una domanda di sistemazione attualmente non solvibile”.
Nello studio si rileva che se da un lato si arresta la diminuzione del reddito familiare netto che proseguiva dal 2008, dall’altro il reddito equivalente, che misura il livello di benessere tenendo conto della struttura familiare, ha subito un crollo sempre maggiore: gli individui che ne hanno uno inferiore al 60% di quello mediano (16.000 euro, soglia convenzionalmente usata per definire la condizione di basso reddito) erano il 9,6% nel 2006, il 20,6% nel 2012, il 22,3% nel 2014.
Cgil e Sunia sottolineano che “la spesa sociale per la casa, nel nostro Paese è tra le più basse d’Europa”. Inoltre dal 2016 “il fondo di sostegno all’affitto previsto dalla legge 431/98 è stato azzerato, cancellando un aiuto per le famiglie in difficoltà con il pagamento dei canoni.
Per questo, si sostiene in conclusione nello studio, “sono urgenti interventi pluri-livello che agiscano strutturalmente nel comparto abitativo”, “attraverso il sostegno ai redditi, il potenziamento dello stock abitativo in locazione a costi calmierati, aumentando le abitazioni a canoni sostenibili con stanziamenti diretti per l’edilizia residenziale pubblica e sociale, e la stabilizzazione delle agevolazioni fiscali a sostegno dello sviluppo dei contratti concordati, con l’obiettivo di diminuire il livello degli affitti.”