La terza edizione dell’osservatorio nazionale professioni della Cna evidenzia l’accelerazione della crescita dei professionisti non ordinistici negli anni della crisi, che tra il 2009 e il 2016 sono aumentati di 80.428 unità, il 32,9% in più.
Complessivamente sono 325.172 gli iscritti alla Gestione separata Inps, i cui dati risalgono però al 2015. Se i professionisti non ordinistici venissero considerati in senso più ampio (esclusivi, concorrenti e collaboratori concorrenti) la platea si allargherebbe a circa 786mila unità, pari al 3,5% dell’occupazione italiana.
Nello stesso anno il reddito complessivo prodotto da questa categoria di lavoratori sfiorava i 5,463 miliardi, mediamente 16.904 euro a professionista, in calo dell’1,1% rispetto al 2014.
Il Cna sottolinea poi il forte dislivello tra uomini (il 58,1% del totale, il 65,9% dei redditi, in media 19.152 euro a testa) e donne: il 41,5 del totale, il 34,1% dei redditi, 13.780 euro di entrate medie.
Pesante anche le differenze per classi d’età: dal reddito pro capite più elevato (22.230 euro) tra i 65-69enni si precipita ai 10.453 euro dei 25-29enni, ai 7.927 euro dei 20-24enni e ai 7.149 euro dei minori di 19 anni.
Anche grazie al rilevante ingresso di tanti nuovi professionisti non ordinistici tra il 2009 e il 2016 , nell’Unione europea l’Italia continua a primeggiare nell’occupazione indipendente (con 4,72 milioni di occupati tra i 15 e i 64 anni), davanti a Regno Unito (4,29 milioni) e Germania (3,82 milioni).
Per peso dell’occupazione indipendente sull’occupazione totale il nostro Paese è secondo (con il 21,1%) dietro alla Grecia (29,2%) e davanti alla Polonia (17,6%). Secondo posto anche per il peso dell’occupazione indipendente giovanile (15-24 anni) sul totale, con più di un giovane occupato su dieci (10,6%), dietro alla Romania (14,4%) e davanti alla Slovacchia (7,8%).
Dati – soprattutto se rapportati a quelli dei Paesi pari taglia europei – che sono il risultato della spiccata tendenza italiana all’autonomia, della relativa insufficienza di grandi gruppi e del tasso complessivo di occupati basso.