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Il Diario del Lavoro

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

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Home - Camera - Commissione Lavoro, pubblico e privato (Dai Resoconti Sommari)

Commissione Lavoro, pubblico e privato (Dai Resoconti Sommari)

21 Ottobre 2015
in Camera

INTERROGAZIONI
Giovedì 22 ottobre 2015. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. – Interviene la sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali Teresa Bellanova.
La seduta comincia alle 15.10.

5-05255 Chimienti: Trattamenti di cassa integrazione guadagni dei dipendenti della società Lavazza dello stabilimento di Settimo Torinese.
La sottosegretaria Teresa BELLANOVA risponde all’interrogazione nei termini riportati in allegato.

Silvia CHIMIENTI (M5S) si dichiara solo parzialmente soddisfatta della risposta del Governo in quanto da essa non risulta chiaro se le sospensioni dal lavoro dei dipendenti dello stabilimento di Settimo Torinese della Lavazza siano direttamente ricollegabili al processo di adeguamento tecnologico in atto nello stabilimento medesimo. Tale chiarimento risulta ancora più necessario alla luce delle voci su circa trecento esuberi che risulteranno al termine di tale processo. Per tali motivi, preannuncia l’impegno del proprio gruppo per approfondire ulteriormente la questione e per sostenere i lavoratori coinvolti.

5-06236 Barbanti: Applicazione dell’esonero contributivo di cui all’articolo 1, comma 118, della legge di stabilità 2015 ai lavoratori impiegati nel settore del giornalismo.
La sottosegretaria Teresa BELLANOVA risponde all’interrogazione nei termini riportati in allegato.
Walter RIZZETTO, cofirmatario della interrogazione, ringrazia il Governo e si dichiara soddisfatto nell’apprendere che, grazie a una delibera interpretativa, il cui contenuto si riserva di approfondire, possono considerarsi risolti i problemi alla base dell’interrogazione.
Cesare DAMIANO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all’ordine del giorno.
La seduta termina alle 15.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Giovedì 22 ottobre 2015.
L’ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.20 alle 15.35.  

Sottocommissione ricadute occupazionali delle ristrutturazioni aziendali
Riunione n. 4
MERCOLEDÌ 21 OTTOBRE 2015

Presidenza della Vice Presidente
MUNERATO
Orario: dalle ore 14 alle ore 15,10

INCONTRO SULLE RICADUTE OCCUPAZIONALI DELLA VICENDA DI ST MICROELECTRONCS  


COMITATO DEI NOVE
Mercoledì 21 ottobre 2015. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO.
DL 146/15: Misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione. 
C. 3315-A Governo.
Il Comitato dei nove si è riunito dalle 14.55 alle 15.  

SEDE REFERENTE
Mercoledì 21 ottobre 2015. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. — Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Massimo Cassano.
La seduta comincia alle 15.10.

Modifiche alla disciplina dei requisiti per la fruizione delle deroghe riguardanti l’accesso al pensionamento e la decorrenza delle prestazioni pensionistiche. 
Testo unificato C. 2514 Fedriga, C. 2958 Gnecchi e C. 3002 Fedriga. 
(Seguito dell’esame e rinvio).

La Commissione prosegue l’esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 14 ottobre 2015.  
Cesare DAMIANO, presidente, ricorda che nella seduta dello scorso 1o 196 del 2009, di trasmettere una relazione tecnica sul nuovo testo unificato delle proposte di legge in esame, entro il termine di dieci giorni, al fine di acquisire una quantificazione puntuale sui suoi oneri e verificare le necessarie coperture finanziarie, anche per permettere alla relatrice o al Governo medesimo di presentare proposte emendative in relazione ai contenuti della medesima relazione. Essendo scaduto tale termine senza che la relazione tecnica fosse stata trasmessa, nella scorsa seduta del 14 ottobre, il Governo era stato sollecitato a voler trasmettere con la massima sollecitudine la relazione richiesta. Essendo sostanzialmente esauriti gli impegni legati alla redazione del disegno di legge di stabilità per il 2016, addotti quale ragione del ritardo nella trasmissione della relazione tecnica, chiede quale sia lo stato di avanzamento dei lavori sulla relazione stessa. ottobre era stato richiesto al Governo, ai sensi dell’articolo 17, comma 5, della legge n.

Il sottosegretario Massimo CASSANO precisa che al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ad oggi, non sono ancora stati trasmessi i dati necessari al completamento della relazione tecnica e, pertanto, sarà sua personale cura, sollecitarne l’invio alle strutture competenti. Nell’osservare che i motivi del ritardo sono quelli menzionati dal presidente Damiano, assicura in ogni caso che, in occasione di diversi incontri tecnici tenuti presso il suo ministero, sono state affrontate tutte le possibili soluzioni al problema dei cosiddetti «esodati» anche in vista dell’inserimento di misure di salvaguardia nell’ambito del disegno di legge di stabilità per il 2016.

Marialuisa GNECCHI (PD), pur ringraziando il sottosegretario per l’impegno che ha assicurato, dichiara la propria insoddisfazione per il ritardo nella trasmissione della relazione tecnica da parte del Governo. Ricorda l’importanza che la Commissione annette alla cosiddetta «settima salvaguardia» evidenziando che tutti i commissari avrebbero voluto approvare il testo unificato della proposta già nel mese di settembre. A questo punto, è necessario aspettare di leggere il testo definitivo del disegno di legge di stabilità per il 2016, per verificare se esso rechi la «settima salvaguardia» e in quale forma, auspicando che il Governo abbia voluto attenersi al testo votato dalla Commissione.

Roberto SIMONETTI (LNA) si associa a quanto dichiarato dalla collega Gnecchi e, aspettando di leggere il testo definitivo del disegno di legge di stabilità per il 2016, ancora in fase di preparazione, auspica che la disciplina sulla «settima salvaguardia» sia, se non migliorativa, almeno conforme al testo unificato votato dalla Commissione.

Davide TRIPIEDI (M5S), ringraziando il sottosegretario per quanto affermato, fa presente che, vista l’esperienza passata, sarebbe stato sorpreso dalla trasmissione della relazione tecnica, in quanto sono costanti i ritardi nell’invio al Parlamento delle informazioni richieste. Si associa ai colleghi nel chiedere conferma al sottosegretario della previsione nel testo del disegno di legge di stabilità per il 2016 della «settima salvaguardia», facendo presente che non è la Commissione ad aspettarla ma le migliaia di persone che hanno bisogno che sia approvata.

Walter RIZZETTO (Misto-AL) si associa ai colleghi nella richiesta di conferma della decisione del Governo di inserire la «settima salvaguardia» nel disegno di legge di stabilità per il 2016, che, stando ad un recente post del Presidente del Consiglio dei Ministri, starebbe per essere presentato al Senato, anche se ancora non risulta essere stato esaminato dal Presidente della Repubblica. A questo punto, pertanto, sarebbe importante sapere a quanti soggetti sarà estesa la «settima salvaguardia», posto che in notizie di stampa si parla di circa 30-32 mila beneficiari. Se tali cifre corrispondessero al vero, osserva che non sarebbe esaurita l’intera platea di potenziali beneficiari, stimata dall’INPS in circa 49.000 soggetti.

Antonella INCERTI (PD), relatrice7-00765, approvata all’unanimità dalla Commissione. , associandosi a quanto già detto dai colleghi, intende chiedere al sottosegretario se sia stato attivato il meccanismo dei cosiddetti «vasi comunicanti», come richiesto dalla risoluzione n.

Cesare DAMIANO, presidente, rappresenta al sottosegretario l’estrema difficoltà in cui la Commissione si trova a legiferare, visto che i dati, alla base del lavoro del legislatore, o non sono trasmessi o sono contraddittori o sono basati su premesse non condivisibili. Fa riferimento, in particolare, ai dati trasmessi dall’INPS in relazione all’estensione della cosiddetta «opzione donna» e alle stime relative alle proposte in materie di flessibilità pensionistica, i cui costi sono stati stimati dall’Istituto in circa otto miliardi, ipotizzando una adesione del cento per cento degli interessati. 
Si rende conto dell’impossibilità per il sottosegretario di rassicurare la Commissione sulle disposizioni del disegno di legge di stabilità per il 2016 relative alla cosiddetta «settima salvaguardia», per le quali è opportuno attendere di leggere il testo che sarà trasmesso al Senato. Tuttavia, come risulta dalle notizie di stampa, esso dovrebbe prevedere sia l’estensione dell’»opzione donna» sia la «settima salvaguardia», anche se non si ha certezza dell’esatta portata delle due misure. In ogni caso, tiene a sottolineare che si tratta del risultato della tenacia e dell’unitarietà della Commissione, che lavora per obiettivi che segnano gradualmente un avanzamento verso il compimento di un disegno organico.  

Il sottosegretario Massimo CASSANO esprime apprezzamento per il tono del dibattito e sottolinea ancora una volta che i ritardi nella trasmissione della relazione tecnica sono ascrivibili alla volontà del Governo di approfondire i problemi, alla ricerca della soluzione migliore. Facendo presente che non è opportuno fornire in questa sede risposte in merito al contenuto del disegno di legge di stabilità per il 2016, si dice convinto che, come accaduto per altri temi sui quali il Governo si è misurato, anche sui problemi sollevati dai commissari si potranno garantire le soluzioni più adeguate.

Cesare DAMIANO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame del provvedimento ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.30.

RISOLUZIONI
Mercoledì 21 ottobre 2015. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. — Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Luigi Bobba.
La seduta comincia alle 15.30.
7-00449 Cominardi: Iniziative in materia di occupazione in relazione agli sviluppi dell’innovazione tecnologica.
 
(Seguito discussione e rinvio).
7-00808 Tinagli: Iniziative in materia di occupazione in relazione agli sviluppi dell’innovazione tecnologica. 
(Discussione e rinvio).

La Commissione prosegue la discussione della risoluzione Cominardi 7-00449, rinviata nella seduta del 3 marzo 2015 e inizia la discussione della risoluzione Tinagli 7-00808.  

Cesare DAMIANO, presidente7-00808, a prima firma della deputata Tinagli, vertente sul medesimo argomento della risoluzione Cominardi 7-00449. Per tale ragione, avverte che, secondo quanto convenuto nell’ambito dell’Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, la discussione sulle due risoluzioni proseguirà congiuntamente. , comunica che è stata presentata la risoluzione n.

Chiara GRIBAUDO (PD)7-00808, procede all’illustrazione del suo contenuto, soffermandosi sull’impianto dell’atto di indirizzo. In primo luogo, osserva che l’innovazione, in particolare quella tecnologica, gioca un ruolo fondamentale non solo nell’evoluzione dei prodotti, dei servizi e della produttività del sistema economico nel suo complesso, ma ha anche effetti positivi sull’occupazione totale. A questo proposito, la risoluzione contesta la tesi secondo la quale l’innovazione tecnologica sia responsabile in sé e per sé della distruzione di posti di lavoro. La risoluzione richiama diversi studi empirici condotti negli ultimi trent’anni, che mostrano come non esista una correlazione positiva tra la crescita della produttività e l’aumento della disoccupazione, e neppure tra l’aumento dell’innovazione tecnologica e la disoccupazione. A suo avviso, è invece vero il contrario, come testimonia il caso dell’economia americana analizzata dalla, cofirmataria della risoluzione n. Federal Reserve nel ventennio dal 1980 al 2001, dove all’aumento dell’innovazione è corrisposto un aumento anche dell’occupazione. Rileva che la maggiore innovazione ha potuto liberare molte più risorse e creare molti più posti di lavoro di quanti ne abbia reso obsoleti. Aumentando la produttività si sono potute anzi aprire nuove tipologie di investimento, ad esempio in maggior ricerca e sviluppo, in miglior comunicazione, pubblicità, distribuzione, qualità del servizio al cliente. Le risorse così trasferite ad altri settori produttivi hanno generato anche in questi settori nuovi e migliori posti di lavoro. Rileva come un simile fenomeno, con le dovute differenze, è riscontrabile anche nella storia recente dell’Italia. Secondo i dati dell’ISTAT, nei quarant’anni tra il 1970 e il 2009 l’industria ha perso circa un milione di posti di lavoro e l’agricoltura tradizionale un altro milione, ma lo sviluppo nel settore dei servizi ne ha creati circa cinque milioni, con un saldo nel complesso nettamente positivo. A suo avviso, quindi, più che una «scomparsa» di lavori, il cambiamento tecnologico e l’innovazione hanno determinato una progressiva «sostituzione» di alcuni lavori con altri. A suo avviso, da una simile dinamica emergono nuovi interrogativi e nuovi impegni, in quanto gli effetti su produttività e occupazione non sono automatici e determinati, ma risultano collegati in maniera quasi determinante alle scelte degli attori privati e pubblici riguardo alle strategie competitive. Osserva, peraltro, che tali passaggi possono essere tutt’altro che semplici e indolori e possono generare nel breve periodo effetti molto rilevanti, anche negativi, in particolare per le categorie di soggetti più deboli. La differenza di velocità tra sistema produttivo e apparato istituzionale potrebbe così generare non un aumento del benessere ma aumenti delle diseguaglianze nel breve periodo con effetti negativi anche sulla possibilità che invece, nel medio-lungo periodo, questi possano essere compensati e superati dagli effetti positivi. 
Nella risoluzione si evidenzia, pertanto, che le scelte private e pubbliche devono essere sostenute e indirizzate agendo su leve efficaci e sulla base di obiettivi chiari e condivisi. In proposito, osserva che la riduzione dell’orario per compensare gli aumenti di produttività e la diminuzione immediata del fabbisogno di manodopera, non sembrano aver sortito gli effetti desiderati nei contesti in cui è stata sperimentata, generando anzi effetti collaterali negativi, come l’aumento del costo del lavoro e la diminuzione della competitività. A suo avviso, infatti, l’unico elemento che, fino ad oggi, emerge sistematicamente come cruciale nell’attenuazione dei fenomeni di spiazzamento e sostituzione nel mercato del lavoro è rappresentato dall’istruzione e dalla formazione. Solo grazie a tali ultimi fattori, si riesce a rispondere alle esigenze competitive sempre più giocate sulle alte competenze e, allo stesso tempo, ad attutire l’effetto dei cambiamenti produttivi e tecnologici sulla popolazione attiva. Ritiene, infatti, che lavoratori con più elevati livelli di istruzioni sono meno indifesi di fronte alle innovazioni tecnologiche e a un mercato del lavoro sempre più competitivo su scala globale. Osserva, tuttavia, che in Italia la spesa in ricerca e innovazione, insieme a quella per l’ammodernamento tecnologico delle imprese, è più bassa che altrove, costituendo anche uno dei fattori che contribuiscono a determinare i bassi livelli di produttività e di salario recentemente rilevati dall’OCSE. A suo avviso, alla base di questo ritardo spesso non ci sono solo ragioni economiche, dovute alla contingenza della crisi, ma anche culturali. Anche tra i datori di lavoro nel nostro Paese, e non solo tra i lavoratori, si riscontrano, infatti, livelli di competenze spesso inferiori a quelli riscontrati nel resto del mondo. Segnala, ad esempio, il dato preoccupante secondo cui il 40 per cento delle imprese italiane dichiara di non aver bisogno di internet per la propria attività. Segnala, poi, che la relativa scarsità di investimenti in ricerca e innovazione e in programmi educativi e formativi all’avanguardia rendono il sistema produttivo italiano più lento nell’assorbire le nuove tecnologie trasformandole in maggiore capacità produttiva, investimenti e strategie di mercato espansive e, in definitiva, occupazione di qualità. A suo avviso, in questa situazione il Governo può esercitare una funzione estremamente importante, che ha cominciato a svolgere con provvedimenti quali la riforma della scuola, il piano per ridurre il digital divide e la digitalizzazione della pubblica amministrazione. Ritiene, tuttavia, che il percorso avviato possa essere rafforzato, in primo luogo attraverso l’individuazione di strumenti di monitoraggio, analisi e intervento molto più sofisticati e tempestivi di quelli attualmente esistenti. Per questo, si chiede un impegno per l’istituzione di un osservatorio permanente sulle dinamiche e sulle evoluzioni del mercato del lavoro, alla luce anche dell’impatto delle nuove tecnologie sull’evoluzione delle competenze e delle figure professionali. Un osservatorio che dovrebbe trasmettere periodicamente queste informazioni al Parlamento, ai Ministeri competenti, alle Agenzie e agli enti dedicati alla formazione e ai servizi per l’impiego e le politiche attive così da generare, attraverso una maggiore consapevolezza, una più efficace e coordinata capacità di azione. In secondo luogo, segnala l’opportunità di predisporre – attraverso l’azione e il coordinamento della nuova Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro – specifici progetti formativi. In proposito, osserva che vi sono già alcune esperienze da cui partire, come quella di «Crescere in digitale» il progetto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali in collaborazione con Unioncamere e Google volto a promuovere, attraverso l’acquisizione di competenze digitali, l’occupabilità di giovani che non studiano e non lavorano e investire sulle loro competenze per accompagnare le imprese nel mondo di internet. Osserva che si tratta di una esperienza molto positiva, anche in una prospettiva futura, considerando che a poco più di quaranta giorni dal lancio del progetto, cui sono iscritti 33.000 giovani NEET e 1.000 imprese, sono già 1.798 i tirocini aperti su 3.000 in programma. Auspica, infine, che il Governo possa mettere in campo misure per la ricerca e lo sviluppo sia in ambito pubblico che privata e per sostenere gli investimenti destinati all’ammodernamento tecnologico delle imprese, in modo da rendere il sistema produttivo più competitivo e da stimolare la creazione e diffusione di nuove figure professionali legate all’innovazione tecnologica. Si augura che su questi temi così importanti si possa realizzare la massima convergenza da parte delle forze politiche al fine di promuovere interventi nella direzione indicata dalla risoluzione.

Claudio COMINARDI (M5S) dichiara di condividere alcuni degli impegni richiesti al Governo dalla risoluzione illustrata dalla collega Gribaudo, con particolare riferimento alla promozione di misure per rafforzare gli investimenti in ricerca e sviluppo per l’ammodernamento tecnologico delle imprese e, soprattutto, con riferimento alla promozione di misure per la creazione di specifici progetti formativi per la riqualificazione costante dei lavoratori a maggior rischio di sostituzione od obsolescenza a causa delle innovazioni tecnologiche, vista anche l’incapacità delle Università e degli istituti di formazione di 7-00808, che l’innovazione, in particolare quella tecnologica, promuova l’aumento della produttività e, quindi, dell’occupazione. A suo avviso, inoltre, non può essere trascurato il ruolo giocato dall’aumento della popolazione che, attraverso una maggiore domanda, ha comportato l’aumento dei consumi e la trasformazione della nostra società in una società dell’accumulo finalizzato a se stesso. È opportuno, a suo parere, avere una visione d’insieme: con l’aumento della produttività non sempre aumenta anche l’occupazione. Com stare al passo con l’evoluzione tecnologica. Dichiara tuttavia di non condividere le premesse da cui muove la risoluzione, del tutto opposte a quelle alla base della sua risoluzione. Infatti, a suo avviso, non è vero, come affermato dalla risoluzione n.e affermato da Olivier Blanchard, premio Nobel per l’economia nel 1987, tutto dipende dalle scelte che fanno le aziende. Se esse non cambiano il modello produttivo, l’aumento di produttività non si traduce in un aumento dell’occupazione. Date queste premesse, a suo avviso invece, è chiaro che il progresso tecnologico riduce l’occupazione. A questo proposito, ricorda che, nel passato, la produzione di bancomat da parte di un’azienda di Brescia con trentacinque dipendenti ha comportato la perdita del lavoro, attraverso il ricorso ai prepensionamenti, di circa quattromila dipendenti degli istituti di credito della zona. Nota anche come il diffondersi delle nuove tecnologie stia progressivamente riducendo gli spazi di lavoro tradizionali, anche attraverso il diffondersi della cosiddetta sharing economy. Cita, a questo proposito, il fenomeno del car sharing nonché la crescita del numero degli sportelli informatizzati delle banche e delle assicurazioni, che provoca la riduzione dei dipendenti di tale settore. Anche l’occupazione nei magazzini si sta riducendo a causa del crescente ricorso all’automazione. Ricorda che, in un recente incontro organizzato al Senato dal gruppo M5S, l’economista e filosofo francese Serge Latouche ha affermato che nell’esperienza francese l’introduzione per le aziende con più di trenta dipendenti del tetto dell’orario di lavoro settimanale di 35 ore, ha comportato la creazione di 600.000 nuovi posti di lavoro. Dichiara, in ogni caso, di essere consapevole che, per raggiungere tale scopo, la riduzione dell’orario di lavoro deve essere associata ad ulteriori provvedimenti che modifichino i processi produttivi, per innescare un circolo virtuoso che stimoli la creazione di nuovi posti di lavoro in settori correlati. Fatte queste premesse, pur in considerazione della differenza di impostazione e di finalità alla base delle due risoluzioni, si dichiara contento dell’abbinamento della discussione, auspicando che la Commissione arrivi a una conclusione condivisa ed equilibrata, soprattutto con riferimento al problema degli orari di lavoro, proponendo soluzioni concrete, anche alla luce delle esperienze maturate in altre economie, come quella svedese, che, anche se lontane dalla nostra, possono offrire interessanti spunti di riflessione.

Davide BARUFFI (PD) si dichiara da sempre favorevole a iniziative di redistribuzione del lavoro, ma reputa imprescindibile l’adozione contestuale di misure che aumentino la produttività, necessarie per la remunerazione del lavoro. È compito del Parlamento e del Governo individuare le iniziative concrete che favoriscano il processo di innovazione tecnologica e che premino la produttività. Cita, a questo proposito, l’esperienza della sua regione, l’Emilia Romagna, in cui stabilimenti di aziende avanzate e competitive, come la Volkswagen, hanno scelto la strada della riduzione dell’orario di lavoro, come modalità organizzativa finalizzata all’aumento della produttività.

Chiara GRIBAUDO (PD) desidera segnalare l’opportunità di procedere all’audizione dei soggetti coinvolti nel progetto «Crescere in digitale», richiamato nel suo precedente intervento.

Davide TRIPIEDI (M5S), citando l’esempio dell’organizzazione dei processi produttivi della Volkswagen in Germania, basati sulla riduzione dell’orario di lavoro, nota come, invece, a Melfi la FIAT abbia fatto scelte di segno opposto, con l’aumento dell’orario di lavoro, la riduzione delle pause e, di conseguenza, la creazione di un numero minore di posti di lavoro. Si dichiara contento che la Commissione affronti il tema dello sviluppo tecnologico in rapporto all’occupazione e sottolinea che il M5S non è pregiudizialmente contrario all’evoluzione tecnologica, se organizzata e governata.

Claudio COMINARDI (M5S) fa presente che, tra i Paesi OCSE, l’Italia è quella con la produttività del lavoro più bassa, a fronte della media di ore lavorate pro capite. La Danimarca, invece, si caratterizza per un numero di ore lavorate pro capiteinferiore di circa il 10-12 per cento, a fronte di una produttività più alta di quella italiana. Riconosce che il confronto con la Danimarca deve tenere conto della diversa realtà dell’economia italiana su molti aspetti, quali la diffusione della banda larga o la pesantezza delle procedure burocratiche, ma sottolinea comunque che in Danimarca alla riduzione dell’orario di lavoro si è associato l’aumento della produttività, riuscendo a mantenere inalterati i livelli stipendiali. Si dichiara consapevole del fatto che la produttività non potrebbe aumentare allo stesso modo in ogni settore produttivo e ricorda che siamo nell’era della sharing economy, da noi sottovalutata, ma comunque in crescita. Pertanto, a fronte alla riduzione degli spazi per i lavori tradizionali, a suo avviso è necessario studiare e governare la trasformazione del mondo del lavoro, cambiando completamente l’approccio seguito dai passati Governi, che hanno privilegiato l’aumento dell’orario di lavoro, adottando, ad esempio, provvedimenti di detassazione del lavoro straordinario. Nel prosieguo della discussione delle risoluzioni, pertanto, considera di minore rilievo il tema della digitalizzazione, auspicando piuttosto che la Commissione si concentri sulle problematiche legate all’orario di lavoro, eventualmente studiando soluzioni pratiche, con riferimento, ad esempio, ai contratti di solidarietà espansiva.

Cesare DAMIANO, presidente, ritiene interessante la discussione che si sta sviluppando e si dice d’accordo con il collega Cominardi quando dichiara di non condividere le misure di detassazione del lavoro straordinario adottate da precedenti Governi. A suo avviso, infatti, il lavoro straordinario deve essere più costoso per le imprese che scelgano di farvi ricorso. Con riferimento alle problematiche dell’orario di lavoro, nota che l’aumento della produttività legato alla riduzione dell’orario negli stabilimenti tedeschi della Volkswagen deriva dalla concomitanza di diversi fattori, purtroppo assenti nell’economia italiana. Ricorda, in primo luogo, una politica industriale di protezione e sostegno delle aziende ritenute strategiche, seguita dal governo tedesco, ma anche da quello francese. In secondo luogo, richiama la codeterminazione e la condivisione strategica degli obiettivi tra datori di lavoro e lavoratori ha comportato, in Germania, la trasformazione del conflitto sindacale in partecipazione. Da ciò deriva che, a suo avviso, non si può ricondurre il tema dell’aumento della produttività unicamente al problema dell’orario di lavoro, in quanto è preponderante il contesto economico. Dichiarandosi seguace degli insegnamenti di Aris Accornero quando afferma che il lavoro, con il progresso tecnologico, non scompare ma si trasforma, constata tuttavia che il progresso tecnologico e la digitalizzazione dei processi produttivi, sia nelle attività intellettuali sia in quelle manuali, stanno aprendo una faglia nel mondo del lavoro, che deve essere affrontata con la ricerca di soluzioni nuove. 
Ritiene che una strada percorribile sia quella della redistribuzione dell’orario di lavoro, anche al fine di meglio conciliare l’attività lavorativa con le altre esigenze di vita. A tale proposito, ricorda che nei Paesi del Nord Europa si è scelta la strada di un ricorso massiccio al part time, con corrispondente riduzione dei livelli stipendiali. Si tratta di una delle soluzioni possibili in risposta ai problemi sollevati. La soluzione che questo Governo sta tentando attraverso l’incentivazione dei contratti di solidarietà espansiva può essere la strada per aumentare, attraverso una riduzione dell’orario, l’occupazione giovanile. Si tratta, tuttavia, di un tema che richiede, a suo avviso, ulteriori approfondimenti. Le tappe attraverso le quali si è sviluppato il dibattito sull’orario di lavoro e le relative conquiste dei lavoratori portano tuttavia a ritenere che sia impossibile giungere alla riduzione dell’orario di lavoro a parità di livello salariale. 
Il sottosegretario Luigi BOBBA giudica opportuna la proposta dell’onorevole Gribaudo di approfondire l’esperienza del progetto «Crescere in digitale», che sta riscuotendo un notevole successo. Propone anche di studiare l’iniziativa in atto con cui il Governo promuove accordi con le agenzie di collocamento che operano esclusivamente sul web, le quali riescono a intermediare un volume di domande di lavoro maggiore rispetto a quello dei servizi pubblici per l’impiego.

Cesare DAMIANO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione congiunta delle risoluzioni ad altra seduta.
La seduta termina alle 16.

SEDE CONSULTIVA
Mercoledì 21 ottobre 2015. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO.
La seduta comincia alle 16.
Ratifica ed esecuzione dell’Accordo fra la Repubblica italiana e la Repubblica orientale dell’Uruguay riguardante lo svolgimento di attività lavorativa da parte dei familiari conviventi del personale diplomatico, consolare e tecnico-amministrativo, fatto a Roma il 26 agosto 2014.
 
C. 3302 Governo, approvato dal Senato. 
(Parere alla III Commissione). 
(Seguito dell’esame e conclusione – Parere favorevole).

La Commissione prosegue l’esame del disegno di legge, rinviato nella seduta del 20 ottobre 2015.  

Cesare DAMIANO, presidente, ricorda che nella seduta odierna è prevista l’espressione del parere di competenza alla III Commissione.

Giuseppe ZAPPULLA (PD), relatore, fa presente di avere elaborato una proposta di parere favorevole (vedi allegato), di cui illustra il contenuto.

Cesare DAMIANO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, pone in votazione la proposta di parere del relatore.

La Commissione approva la proposta di parere del relatore.  

DL 154/2015: Disposizioni urgenti in materia economico-sociale. 
C. 3340 Governo. 
(Parere alla V Commissione). 
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l’esame del disegno di legge.  

Cesare DAMIANO, presidente3340, di conversione del decreto-legge 1, avverte che nella seduta odierna la Commissione avvia l’esame in sede consultiva del disegno di legge Atto Camera n.o 154, recante disposizioni urgenti in materia economico sociale, ai fini dell’espressione del parere di competenza alla V Commissione. Fa presente che l’esame del provvedimento proseguirà nel corso della prossima settimana, al termine dell’esame delle proposte emendative da parte della Commissione di merito. ottobre 2015, n.

Antonella INCERTI (PD), relatrice, nel segnalare preliminarmente che il provvedimento consta di quattro articoli, fa presente in primo luogo che l’articolo 1, il quale reca norme per garantire il decoro degli edifici scolastici, è finalizzato al finanziamento del «Piano Scuola», cioè del piano straordinario per il ripristino del decoro e della funzionalità degli edifici scolastici, mediante un importo, pari a 110 milioni di euro, da assegnare al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, nell’ambito del programma denominato «Scuole belle». Ricorda, in proposito, che al programma è destinato, dal 1oluglio 2014 al 1o 190 del 2014 ha destinato 130 milioni di euro per interventi fino al 30 giugno 2015. Segnala che, come indicato nella relazione illustrativa, per completare il programma si rende necessario lo stanziamento di ulteriori 170 milioni di euro al fine di garantire il finanziamento degli interventi fino al 1 22 del 2014 mentre l’articolo 1, comma 353, della legge n. 21 e n. aprile 2016, uno stanziamento complessivo pari a 450 milioni di euro. Come segnalato nella relazione illustrativa il piano «Scuole belle» è stato elaborato a seguito dell’accordo stipulato il 28 marzo 2014, volto a dare una risposta alla problematica dei lavoratori già impegnati in attività socialmente utili nelle attività di pulizie delle scuole, formati per l’occasione a prestare servizio come manutentori. Al riguardo, ricorda che 150 milioni di euro per l’anno 2014 sono stati già stanziati con le delibere CIPE n.o aprile 2016. Per finanziare gli interventi nel periodo da luglio a dicembre 2015, in particolare, risultano necessari 100 milioni di euro, in aggiunta ai 10 milioni di euro che il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ha già reperito nel mese di agosto all’interno del proprio bilancio, grazie ad economie realizzate sui servizi di polizia, mentre per il periodo 1o 2 del 2009. La relazione illustrativa allegata al provvedimento precisa che 12 milioni di euro sono destinati a trattamenti di integrazione salariale in deroga riferiti al mese di agosto, mentre i restanti 38 milioni sono più direttamente destinati al programma scuole «Scuole belle» per il mese di settembre. Segnala, in ogni c 185 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. gennaio-31 marzo 2016 si rendono necessari ulteriori 60 milioni di euro. Osserva che, in questo contesto, il decreto-legge in esame dispone il finanziamento di 100 milioni di euro per il 2015 e 10 milioni di euro per il 2016. Per quanto riguarda la copertura del maggior onere, essa è realizzata, per 50 milioni di euro per il 2015 e 10 milioni di euro per il 2016 a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione – programmazione 2014-2020, con già assegnate dal CIPE nella seduta del 6 agosto 2015, e, per i restanti 50 milioni di euro per il 2015, mediante corrispondente riduzione del Fondo sociale per l’occupazione e la formazione, di cui all’articolo 18 del decreto-legge n.aso, che la sottosegretaria di Stato per l’economia e le finanze, Paola De Micheli, nel corso dell’esame presso la V Commissione, ha assicurato che l’utilizzo di tali risorse non pregiudica altre finalità di spesa già programmate a valere sulle risorse del Fondo. Al fine di completare la copertura del Programma restano quindi da reperire 50 milioni di euro per l’esercizio finanziario 2016. Permane inoltre l’esigenza di individuare una soluzione di carattere strutturale alle problematiche di carattere sociale e occupazionale dei lavoratori già impegnati in attività socialmente utili di pulizia delle scuole rientranti nei cosiddetti «appalti storici». 
Rileva, poi, che l’articolo 2 reca disposizioni per l’esecuzione dei programmi di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza, prevedendo la possibilità per il Ministro dello sviluppo economico di disporre, per una sola volta, un’ulteriore proroga del termine di esecuzione dei programmi per un periodo non superiore a dodici mesi, qualora sia necessario alla realizzazione dei programmi medesimi e qualora non vi sia pregiudizio per i creditori. Segnala, in proposito, che nel corso dell’esame in sede referente il Vice Ministro dell’economia e delle finanze Enrico Morando ha fatto presente che, a seguito dell’entrata in vigore del decreto-legge in esame la proroga del termine di esecuzione del programma, per un periodo non superiore a dodici mesi, è stata richiesta ai sensi dell’articolo 2 esclusivamente dalla compagnia aerea Blue Panorama e disposta con decreto del competente Ministro in data 2 ottobre 2015. In quella sede si è altresì segnalato che allo stato attuale non risultano pendenti altre richieste di proroga, segnalando tuttavia che sono di prossima scadenza i programmi di altre società in amministrazione straordinaria – in particolare quelli della Bernardi Group, della Officine Ferroviarie Veronesi, della Abbigliamento Grosseto nonché della Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza – per le quali i commissari potrebbero valutare, sussistendone i presupposti, la richiesta di proroga ai sensi del citato articolo 2. 
Osserva, poi, che l’articolo 3 reca misure finanziarie per interventi nei territori colpiti dagli eccezionali eventi meteorologici dei giorni 13 e 14 settembre 2015 nel territorio delle province di Parma e Piacenza consistenti in una riduzione degli obiettivi del patto di stabilità interno relativi alle province e ai comuni interessati dagli eventi stessi. Da ultimo, segnala che l’articolo 4 reca la consueta formula relativa all’entrata in vigore del decreto, che ha luogo a partire dalla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. 
Si riserva, infine, di formulare una proposta di parere anche alla luce delle modifiche che saranno introdotte dalla Commissione di merito.  

Cesare DAMIANO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame del provvedimento ad altra seduta.
La seduta termina alle 16.10.

AUDIZIONI INFORMALI
Martedì 20 ottobre 2015.
Audizione di rappresentanti di CIDA nell’ambito dell’esame delle proposte di legge C. 857 Damiano e abbinate, in materia di accesso dei lavoratori e delle lavoratrici ai trattamenti pensionistici e di riconoscimento a fini previdenziali dei lavori di cura familiare.

L’audizione informale è stata svolta dalle 14 alle 14.20.
Audizione di rappresentanti di COBAS e CONFSAL nell’ambito dell’esame delle proposte di legge C. 857 Damiano e abbinate, in materia di accesso dei lavoratori e delle lavoratrici ai trattamenti pensionistici e di riconoscimento a fini previdenziali dei lavori di cura familiare.
L’audizione informale è stata svolta dalle 14.25 alle 14.50.

SEDE CONSULTIVA
Martedì 20 ottobre 2015. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO.
La seduta comincia alle 14.50.

Ratifica ed esecuzione dell’Accordo fra la Repubblica italiana e la Repubblica orientale dell’Uruguay riguardante lo svolgimento di attività lavorativa da parte dei familiari conviventi del personale diplomatico, consolare e tecnico-amministrativo, fatto a Roma il 26 agosto 2014. 
C. 3302 Governo, approvato dal Senato. 

(Parere alla III Commissione). 
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l’esame del disegno di legge.

Cesare DAMIANO, presidente, avverte che ha inizio l’esame in sede consultiva del disegno di legge Atto Camera n. 3302, recante ratifica ed esecuzione dell’AccordoPag. 100fra la Repubblica italiana e la Repubblica orientale dell’Uruguay riguardante lo svolgimento di attività lavorativa da parte dei familiari conviventi del personale diplomatico, consolare e tecnico-amministrativo, fatto a Roma il 26 agosto 2014, approvato dal Senato, ai fini dell’espressione del parere di competenza alla III Commissione, che avrà luogo nella seduta del 21 ottobre.

Giuseppe ZAPPULLA (PD), relatore, ricorda che l’Accordo di cui si prevede la ratifica e l’esecuzione, approvato in prima lettura dal Senato lo scorso 10 settembre 2015, è composto di otto articoli e reca un contenuto analogo ad accordi conclusi con altri Paesi già esaminati negli scorsi mesi dalla nostra Commissione. In particolare, fa presente che l’articolo 1, individuando l’oggetto dell’accordo disciplina la possibilità, per i familiari a carico conviventi del personale diplomatico e consolare e del personale tecnico-amministrativo delle rispettive missioni diplomatiche e consolari nazionali o – limitatamente al territorio italiano – presso la Santa Sede, di svolgere attività lavorativa subordinata o autonoma nel Paese ricevente. Ricorda che le categorie di congiunti cui si applica l’intesa in esame sono i coniugi non separati e i figli a carico tra i diciotto e i ventisei anni di età, ovvero, senza limitazione di età, se diversamente abili. 
Segnala che gli articoli 2 e 3 recano le disposizioni che disciplinano le procedure di autorizzazione da seguire, rispettivamente, in Italia e in Uruguay per poter esercitare un’attività lavorativa subordinata o autonoma. Sulla base del successivo articolo 4, ai soggetti autorizzati saranno applicate le normative vigenti nello Stato ricevente in materia tributaria, di sicurezza sociale e lavorativa nonché sulle qualifiche lavorative o professionali, senza restrizioni, se non per i limiti generali previsti dall’ordinamento. 
Rileva, poi, che l’articolo 5 disciplina i casi di immunità civili, amministrative e penali, specificando che le immunità di cui i soggetti interessati godono in base al diritto internazionale vengano meno, per quanto concerne le giurisdizioni civile e amministrativa, in relazione a fatti connessi con l’esercizio delle attività lavorative oggetto dell’Accordo, ad eccezione del caso dell’esecuzione di eventuali sentenze, per le quali sarà necessaria una rinuncia espressa all’immunità. Per quanto riguarda le immunità di natura penale, il paese ricevente potrà richiederne la rinuncia, in modo da poter perseguire eventuali reati commessi nel corso dell’attività lavorativa, e la richiesta dovrà essere seriamente presa in considerazione dal Paese accreditante. 
Passando all’articolo 6, relativo ai limiti all’autorizzazione, segnala in primo luogo, che essa cessa al venir meno dellostatus di familiare a carico, non potendo comunque essere superiore alla durata della missione diplomatica. In secondo luogo, rileva che l’autorizzazione è subordinata alla condizione che il lavoro non sia riservato per legge ai cittadini dello Stato ricevente e che essa è negata a chi abbia lavorato illegalmente nello Stato ricevente o vi abbia commesso violazioni in materia fiscale o di sicurezza sociale. Essa, infine, può essere negata anche per motivi attinenti alla sicurezza nazionale. 
Segnala che l’articolo 7 dispone che le controversie tra le parti, derivanti dall’interpretazione o dall’applicazione dell’Accordo, saranno risolte per via diplomatica. L’articolo 8, infine, reca le disposizioni in materia di entrata in vigore, durata e denuncia dell’Accordo. 
Fa presente, per completezza, che il disegno di legge di ratifica si compone di tre articoli che recano, rispettivamente, la clausola di autorizzazione alla ratifica dell’Accordo, il relativo ordine di esecuzione e ne disciplinano la data di entrata in vigore. 
Nel complesso, apprezzate le finalità dell’Accordo, preannuncia la volontà di esprimere parere favorevole sul provvedimento.

Cesare DAMIANO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame del provvedimento alla seduta convocata per la giornata di mercoledì 21 ottobre.
La seduta termina alle 15.

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