Economia in rallentamento a giugno secondo le stime del centro studi di Confcommercio, che prevede una variazione nulla del Pil mensile e una tendenziale annua dello 0,9% (1% a maggio). Dinamiche molto contenute stimate anche per i consumi delle famiglie.
La produzione industriale ha registrato ad aprile, al netto dei fattori stagionali, una diminuzione dell’1,2% su base mensile, aumentando però su base annuale dell’1,9%. L’occupazione ha presentato, nello stesso mese, una crescita congiunturale dello 0,3%, e del’1,4% su base annua.
A maggio il sentiment delle famiglie ha avuto un netto peggioramento con una diminuzione del 2,7% (m/m), mentre il clima di fiducia delle imprese manifatturiere è rimasto stabile nello stesso periodo. Significativo è risultato, invece, il miglioramento del sentiment delle imprese al dettaglio che ha registrato una crescita del 2,3% (m/m).
In linea con queste indicazioni, si stima, per giugno 2018, una variazione congiunturale nulla del Pil mensile e una variazione tendenziale dello 0,9% (1,0% a maggio), confermando un ulteriore rallentamento rispetto al primo trimestre.
Nel secondo trimestre 2018 si prevede una crescita nulla del Pil in termini congiunturali, mentre il tasso di crescita tendenziale si attesterebbe all’1,0%.
Le incertezze che caratterizzano il quadro congiunturale, associate ad un ampliamento dell’area del disagio sociale – il MIC di aprile è tornato sopra i 18 punti – hanno contribuito a mantenere un profilo molto contenuto della domanda da parte delle famiglie. A maggio 2018 l’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha registrato un aumento dello 0,1% sia in termini congiunturali, sia nei confronti dello stesso mese del 2017. In termini di media mobile l’evoluzione degli ultimi mesi ha segnalato una tendenza alla stabilità.
L’aumento dello 0,1% registrato in termini congiunturali dall’ICC nel mese di maggio è sintesi di una diminuzione dello 0,2% della domanda relativa ai servizi e di un aumento dello 0,2% di quella per i beni. Per quanto concerne le singole macro-funzioni di spesa, pur segnalando il quadro di sintesi una lieve tendenza al miglioramento, si registrano andamenti articolati. Le uniche variazioni di un certo rilievo hanno riguardato la spesa per i beni e i servizi per la mobilità e quella per i beni e ai servizi per le comunicazioni (+0,6% rispetto ad aprile). Più contenuto è stato l’aumento della domanda per i beni e i servizi per la casa (+0,3%) e per i beni e i servizi per la cura della persona (+0,2%). Stazionaria, rispetto al mese precedente, è risultata la spesa relativa ai beni e i servizi ricreativi. Relativamente agli alimentari, le bevande ed i tabacchi (-0,1%) e all’abbigliamento e alle calzature (-0,3%) le diminuzioni registrate nell’ultimo mese confermano il permanere di una situazione di difficoltà.
Lievemente più accentuata, ed in controtendenza rispetto a quanto rilevato negli ultimi mesi, è stata la flessione relativa alla spesa per gli alberghi ed ai pasti e consumazioni fuori casa (-0,4% rispetto ad aprile).
Nel confronto su base annua a maggio 2018 l’ICC ha registrato un aumento dello 0,1%. Il dato dell’ultimo mese è sintesi di un’evoluzione positiva della domanda relativa ai servizi (+1,9%) e di una flessione dello 0,7% della spesa per i beni.
Nonostante la battuta d’arresto registrata a maggio la domanda per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa continua a risultare, nel confronto annuo, la componente più dinamica (+2,0%). Lievemente più contenuta è stata la variazione registrata dalla spesa per i beni e i servizi per le comunicazioni (+1,7%). Variazioni positive si sono registrate anche per la domanda relativa ai beni e ai servizi per la mobilità (+0,8%), per i beni e i servizi ricreativi e per i beni e i servizi per la cura della persona (+0,5%).
In positivo, seppure con valori molto contenuti, è risultata anche la variazione tendenziale della spesa per i beni e i servizi per la casa (+0,3%). Per contro, riduzioni di un certo rilievo hanno interessato la domanda relativa agli alimentari, le bevande ed i tabacchi (-1,5%), e per l’abbigliamento e le calzature (-2,1%).
Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di giugno 2018 si stima, rispetto a maggio, un aumento dello 0,3%, andamento su cui hanno pesato le tensioni che da qualche mese si registrano per il petrolio. Nel confronto con giugno del 2017 la variazione dei prezzi dovrebbe collocarsi a +1,5% in risalita rispetto al dato di maggio (+1,1%).