L’ impatto economico degli attentati terroristici che hanno sconvolto gli Usa cinque mesi fa ammonterà, per la sola città di New York, a 83 miliardi di dollari, con trascinamenti fino al 2003. È questo il risultato di uno studio condotto dalla New York City Partnership.
Il dato è stato comunicato oggi alla commissione Finanze del consiglio cittadino di New York, e alla commissione sullo Stato e sulla Legislazione Federale, da Kathryn Wylde, portavoce della Partnership che raggruppa le sette principali società di consulenza finanziaria Usa.
I risultati dello studio mostrano chiaramente che numerose società finanziarie statunitensi, a seguito degli attentati di New York, hanno adottato una politica di diversificazione territoriale, spostando il proprio personale, prima concentrato nel cuore della City, in altri grossi centri finanziari.
È il caso di American Express, che conta di tornare a New York entro aprile, ma che manterrà il 25% della sua forza lavoro nel New Jersey, e di due grosse banche d’ affari, Morgan Stanley e Goldman Sachs, entrambe artefici di un poderoso spostamento di uffici nelle contee di Westchester e di Hudson.
“Questa emigrazione si tradurrà in oltre 57.000 perdite di posti di lavoro”, ha dichiarato oggi Kathryn Wylde.
Secondo la ricerca, inoltre, particolarmente colpiti sono stati anche i piccoli negozianti di New York, le cui vendite sono scese in misura maggiore – il 10% in più – rispetto alla media di ribasso che ha colpito tutti i commercianti statunitensi fino a dicembre.
Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali
Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri,
Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu