Manca un fine settimana alla riapertura delle scuole, la prova del nove alla quale tutti guardano, per capire se il sistema reggerà l’urto e i disagi causati dalla pandemia. Ma poche ore dal suono della campanella i nodi da sciogliere e le incognite restano ancora molti, a cominciare dal trasporto pubblico locale.
C’è preoccupazione tra i sindacati, in vista della riapertura, consapevoli che le molte criticità presenti non sono state aggredite. Eugenio Stanziale, segretario generale della Filt-Cgil Roma e Lazio, afferma che “fin da marzo avevamo fatto presenti quali fossero i problemi dei trasporti pubblici. Non è stato fatto niente, è mancata una visione che potesse ripensare e riprogettare l’intera mobilità. Ma come sempre ci riduciamo all’ultimo momento, con la speranza che vada tutto bene. Naturalmente le lavoratrici e i lavoratori si atteranno alle disposizioni delle istituzioni e del Comitato tecnico-scientifico, e svolgeranno al meglio il proprio compito, ma non sarà facile. In che modo si potrà controllare che la capienza dei mezzi non superi la soglia fatidica dell’80%? È compito che l’autista non può svolgere. Per la metro abbiamo proposto di installare dei conta-persone, ma non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Sugli autobus la situazione è molto più complessa”.
“La mobilità della capitale, soprattutto quella in superficie, – ha spiegato Stanziale – è sostanzialmente ferma, come infrastrutture, agli anni ’70. La flotta degli autobus ha visto un leggero ricambio e ammodernamento, che però non è sufficiente. Molti mezzi sono ormai vecchi e obsoleti. È stato fatto qualche nuovo acquisto, ma servirebbe altri 500 autobus per garantire un servizio migliore. La situazione delle metro è leggermente migliore, vista l’assenza di turisti stranieri”.
Accanto alla mancanza di investimenti, il segretario generale della Filt-Cgil Roma e Lazio, denuncia anche la mancanza di altri accorgimenti. “Attraverso un monitoraggio attento dei dati, sarebbe possibile capire quali linee si potrebbero sopprimere e quali andrebbero rafforzate. Un’altra soluzione da adottare è sicuramente lo scaglionamento dell’orario di ingresso delle scuole. Ovviamente io non mi occupo di scuola, e non posso sapere quali disposizioni sono state prese in merito. Quello che posso dire è che l’orario delle corse non è assolutamente mutato. Anche la scelta di fare una gara per utilizzare autobus di aziende private denota una mancanza di visione e il rifugiarsi in soluzioni dell’ultimo minuto. Alla fine molte persone, quelle che possono permetterselo, ricorreranno ai mezzi privati, innescando un aggravamento del traffico cittadino, con serie ripercussioni anche per la salute delle persone e l’ambiente”.
Marino Masucci, segretario generale della Fit-Cisl, ha sottolineato la necessità di ” una strategia articolata e ben pianificata sul Trasporto pubblico locale per rispondere in modo efficace alle esigenze di mobilità della cittadinanza e per la tutela degli addetti al settore. In questo senso, auspichiamo un’azione coordinata e sistemica di tutte le parti coinvolte, che scongiuri interventi frammentati: da tempo sollecitiamo a questo scopo la costituzione di un Osservatorio regionale della Mobilità quale luogo di pianificazione strategica”.
“A nostro parere – ha proseguito Masucci – è necessario ottenere in tempi brevi una mappatura dei Trasporti basata su dati empirici reali e non previsionali, per poi agire con puntualità ed efficacia. In poche parole, le prime settimane di ripresa scolastica dovrebbero servire a comprendere veri nodi critici e i punti di forza riguardanti il Trasporto sul territorio, per rimodulare i servizi e riequilibrare le corse, riorganizzare le tratte, magari `approfittando’ del momento consultazione elettorale che prevederà la chiusura di molte scuole. In secondo luogo, riteniamo cruciale che venga attuata una politica di differenziazione degli orari per quanto riguarda le scuole, gli uffici e ogni altra attività, per evitare il traffico e il sovraffollamento sui mezzi. A questo ultimo riguardo, a fronte del taglio del 20% della capienza, mancano all’appello 500 vetture: riteniamo quindi importante il coinvolgimento fattivo dei privati oltre al coinvolgimento, tramite accordo, delle compagnie di taxi e Ncc per le fasce critiche di servizio”.
“C’è poi – ha aggiunto – un tema cruciale, che riguarda la sicurezza sui mezzi: non può essere scaricato sugli autisti, già impegnati alla guida, l’onere di verificare quante persone salgono a bordo. Ne va della tutela della salute collettiva e di quella personale di lavoratori che sono troppo frequentemente oggetto di insulti e aggressioni: sollecitiamo l’adozione di tecnologie per il monitoraggio delle presenze, e la partenza di un iter assunzionale che preveda il coinvolgimento di `facilitatori’ preposti specificamente a un incarico che in questo momento è importante e delicato”.
Un’aria di preoccupazione che si respira anche a Milano. Angelo Piccirillo, segretario generale della Filt-Cgil Milano, spiega come c’è un elemento di criticità che accomuna sia il trasporto urbano che quello extra-urbano, ossia la capienza. “L’aver previsto una capienza dei mezzi all’80% equivale a un liberi tutti. Negli autobus non c’è il conta-persone come sulla metro, e non è pensabile mettere un vigile a ogni accesso, visto che a Milano ce ne sono 5mila”.
“Ovviamente – ha precisato il segretario generale della Filt-Cgil Milano – l’autista non è un vigile e non ha funzioni di controllo. L’unica cosa che può fare è avvisare la centrale di qualcuno senza mascherina, e la centrale provvedere a diffondere un messaggio, oppure se ha la percezione che l’autobus è colmo può non fare le fermate. Ma se poi qualcuno deve scendere, anche questo accorgimento si annulla. Naturalmente siamo consapevoli del perché si sia arrivati a individuare questa percentuale, ma siamo altrettanto consapevoli che la comunità scientifica più seria aveva manifestato forti perplessità”.
“In tutto questo – ha concluso Piccirillo – abbiamo provato a portare alla regione le nostre proposte, ma non è stato aperto nessun tavolo. Si è discusso molto sulla differenziazione degli orari di ingresso, per scuole e uffici, ma nella pratica si è fatto poco. Abbiamo poi posto la questione se fosse necessario utilizzare anche bus privati per ampliare il parco mezzi, ma anche su questa nostra soluzione non ci è pervenuta nessuna risposta”.
Tommaso Nutarelli