Il prezzo dell’Ipo di Ferrari è stato fissato a 52 dollari per azione. Lo annuncia FCA in una nota diffusa nella nottata precisando che l’ammontare totale del collocamento delle 17.175.000 azioni ordinarie del Cavallino Rampante sarà quindi di 893,1 milioni di dollari che salgono a 982,4 milioni nel caso in cui le banche collocatrici esercitino integralmente l`opzione per l’acquisto di altre 1.717.150 azioni ordinarie.
Oggi sarà il primo giorno di negoziazione delle azioni a Wall Street sotto il simbolo “RACE” mentre il closing dell`offerta è fissato per il 26 ottobre 2015.
“L`offerta – sottolinea Fiat Chrysler Automobiles – fa parte di una serie di operazioni volte a separare Ferrari da FCA. A seguito del completamento dell`offerta, FCA prevede di distribuire la sua restante partecipazione dell`80% in Ferrari ai propri azionisti all`inizio del 2016”.
Il prezzo di collocamento di Ferrari è stato fissato nella parte alta delle attese, segno della volontà degli investitori a spendere per un’azienda di lusso celebre per il suo marchio famosissimo. Quando oggi inizierà gli scambi al New York Stock Exchange con il simbolo “RACE”, il titolo del Cavallino Rampante partirà secondo indiscrezioni da 52 dollari (la parte alta della forchetta che iniziava da 48 dollari).
L’operazione è vista come l’ennesima vittoria per Sergio Marchionne, l’amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles (che controlla il gruppo di Maranello) nonché presidente di Ferrari. Essa tuttavia non sembra indicare una ripresa del mercato generale delle Ipo. Quella di Ferrari rappresenta sì la quarta maggiore Ipo americana del 2015 (e la più attesa dai tempi di quella di Alibaba), ma secondo le stime di Dealogic quello in corso è stato l’anno più debole dal 2010: quotandosi in Usa, 154 aziende hanno raccolto 32,5 miliardi di dollari. Il momento non è dei migliori, con molti gruppi che hanno deciso di posticipare il loro arrivo in Borsa.
La quotazione del gruppo di Maranello sfiora comunque una valutazione pari a 10 miliardi di dollari, per la precisione a 9,8 miliardi ossia oltre tre volte i ricavi dello scorso anno pari a 2,8 miliardi di euro. Con la vendita di circa 17,2 milioni di titoli, quasi il 10% del capitale, Fca raccoglie intorno agli 893 milioni di dollari. I sottoscrittori hanno l’opzione di acquistare altri 1,7 milioni di titoli, che potrebbe portare nelle casse del gruppo auto nato dalla fusione tra il Lingotto e la Chrysler fino a 982 milioni. Si tratta di fondi utili al manager italo-canadese per ridurre il debito di Fca e finanziare il piano industriale al 2018.
Successivamente all’Ipo, se la cosiddetta greenshoe verrà esercitata, Fca ridurrà la sua partecipazione in Ferrari all’80% dal 90%. Entro l’inizio del 2016, quando dovrebbe verificarsi lo scorporo di Ferrari, Fca intende distribuire ai suoi azionisti i restanti titoli del gruppo di Maranello. Piero Ferrari, figlio del fondatore dell’azienda leggendaria (Enzo), continuerà ad avere una quota del 10%. Dal canto suo Exor, la holding della famiglia Agnelli che controlla Fca, vanterà oltre il 40% dei diritti di voto.
Lo sbarco a Wall Street di Ferrari, scrive il Wall Street Journal, ha attratto l’interesse non solo di hedge fund e fondi comuni ma anche di investitori individuali desiderosi di avere in portafoglio le azioni di un marchio leggendario, forse il più riconosciuto nel settore automobilistico, diventato famoso per gli innumerevoli successi nella Formula Uno.