Quasi il 20% della popolazione italiana è coinvolta dalla povertà assoluta e relativa e riguarda sempre di più bambini, giovani ed adulti in età lavorativa, scivolati direttamente dalla classe media alla povertà. E’ quanto emerso durante la presentazione dello studio “Il Belpaese – relazione sulla povertà, il disagio e l’esclusione sociale in Italia” realizzato dall’Iper, Istituto per le ricerche economiche e sociali.
Nel rapporto si evidenzia che sono 4 milioni e 102 mila le persone in condizioni di povertà assoluta (il 6,8% della popolazione residente) mentre sono 7 milioni e 815mila le persone in condizione di povertà relativa (il 12,9% della popolazione) che sono ad esempio, nuclei familiari di due persone con capacità di spesa inferiore a 1.040 euro o di quattro persone con capacità di spesa inferiore a 1.698 euro.
Dalla ricerca emerge come la povertà sia strettamente collegata all’ampiezza del nucleo familiare, al titolo di studio e alla condizione lavorativa. La povertà assolta colpisce il 4% delle famiglie senza figli e sale fino al 16% delle famiglie con 3 o più figli. Allo stesso modo vivono in questa condizione solo l’1,3% delle persone laureate, il 3,9% di quelle con diploma, il 7,8% di quelle con licenza media e l’8,4% delle persone con titoli inferiori o nessun titolo.
“Il lavoro è il principale strumento di contrasto alla povertà – sottolinea la ricerca -. Accrescere i livelli occupazionali e favorire il livello di partecipazione della popolazione al mercato del lavoro rappresentano senza dubbio le principali leve per arginare povertà, disagio ed esclusione sociale che in talune aree del Paese, complice una crisi senza precedenti, raggiungono dimensioni preoccupanti.”