Sono 664.000 i posti di lavoro in meno a novembre 2020 rispetto allo stesso mese del 2019, secondo i dati dell’Inps, forniti nell’aggiornamento dell’Osservatorio sul precariato al mese di novembre 2020.
“Il saldo annualizzato, vale a dire la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi, identifica la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro: differenza tra le posizioni di lavoro in essere alla fine del mese osservato rispetto al valore analogo alla medesima data dell’anno precedente. Esso, in progressiva flessione già nel corso della seconda metà del 2019, è divenuto negativo a febbraio (- 28.000) ed è drasticamente peggiorato a causa della caduta dell’attività produttiva conseguente alla pandemia da Covid-19 a marzo (- 284.000) e ancor di più ad aprile (- 623.000)”, scrive Inps.
La dinamica negativa è proseguita, seppur con un ritmo in progressivo rallentamento, raggiungendo il valore massimo a giugno (- 813.000). A luglio si è avviata un’inversione di tendenza (- 760.000) proseguita nei mesi successivi. “A novembre il saldo annualizzato risulta pari a – 664.000”.
Considerando i singoli contratti, a novembre 2020 permangono ancora positivi, pur continuando sempre a ridursi, i saldi annualizzati dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato (+ 161.000) e di apprendistato (+ 2.000). I saldi annualizzati delle varie tipologie di rapporti a termine risultano ancora tutti negativi, nonostante l’attenuazione del trend di contrazione registrata da luglio per i contratti a tempo determinato e per gli stagionali, da agosto per i contratti di somministrazione.
Il Covid-19 ha determinato anche la contrazione dei lavoratori impiegati con Contratti di Prestazione Occasionale (CPO): ad aprile essa risultava pari al – 78%; nei mesi successivi si è progressivamente attenuata fino al – 34% di novembre (11.600 lavoratori impegnati contro 17.800 a novembre 2019). L’importo medio mensile lordo della remunerazione effettiva risulta a novembre pari a 255 euro, in crescita rispetto all’anno precedente.
Per quanto attiene ai lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia (LF), a novembre 2020 essi risultano essere circa 12.800, riportandosi sui livelli precedenti all’inizio della pandemia (erano 8.900 a novembre 2019). Tra marzo e agosto 2020 si era registrato uno sviluppo enorme dell’utilizzo del Libretto Famiglia (a giugno i lavoratori interessati erano stati più di 310.000) da ricondurre all’introduzione del bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting previsto dall’articolo 23 comma 8 del DL n. 18/2020 (decreto “Cura Italia”) e dall’articolo 72 del DL n. 34/2020 (decreto “Rilancio”), pagati con titoli del libretto famiglia.
Anche l’importo medio mensile lordo della remunerazione di questi lavoratori è tornato ai livelli precedenti la pandemia (178 euro a novembre 2020 contro 172 euro a novembre 2019) mentre nel periodo tra marzo e agosto oscillava tra i 500-600 euro.
TN