Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil esprimono grande preoccupazione per la notizia, riportata oggi da alcuni quotidiani, dell’intenzione del gruppo Lactalis di avviare una riorganizzazione della Parmalat, legata al delisting borsistico oramai al traguardo, una proposta che mirerebbe a cancellare la corporate italiana e che potrebbe creare rischi per la tenuta occupazionale della stessa Parmalat, ma anche di Galbani, per le sinergie ipotizzabili tra i due grandi gruppi. Inoltre, mette in discussione lo stesso sistema produttivo delle due aziende: il profilo industriale che si prospetta non è compatibile con il mercato italiano, dove i brand locali, legati al territorio, e la filiera corta, hanno un forte valore commerciale. “Le segreterie nazionali – dichiarano Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil – hanno chiare le potenzialità industriali e commerciali dei perimetri dei gruppi sul territorio nazionale, che non vorremmo fossero messe in discussione, così come interessanti potrebbero essere gli sviluppi a livello di export”.
“Per il prossimo 1 febbraio – affermano i sindacati – abbiamo convocato il Coordinamento nazionale delle Rsu, con il quale ci confronteremo su proposte alternative a quelle ventilate da Lactalis, sulla richiesta di un tavolo di confronto con le Aziende e, se sarà necessario, anche sulla mobilitazione dei lavoratori interessati contro una decisione che può mettere in discussione due brand italiani storici come Parmalat e Galbani. Due aziende che in Italia contano circa 5.000 addetti, di cui il 50% operai e il restante 50% impiegati e commerciali”.
TN