La legge di Stabilità “è follia. Se lo Stato dà soldi pubblici alle imprese queste si devono impegnare a non licenziare. È una manovra sotto dettatura della Confindustria, che è l’ultima che può dare lezioni di come si sta in un paese visto che, se c’è crisi, è anche responsabilità degli imprenditori che portano i soldi all’estero e non fanno investimenti”. Lo ha detto il leader della Fiom, Maurizio Landini, durante la manifestazione regionale organizzato dalla Fiom a Torino contro la riforma del lavoro. Secondo le stime, a partecipare al corteo sono almeno diecimila lavoratori.
Secondo Landini “la legge di Stabilità non affronta i problemi dei lavoratori. Il problema è creare nuovo lavoro, difendere quello che c’è e far ripartire gli investimenti. I provvedimenti messi in campo non vanno in quella direzione”, ha proseguito Landini sottolineando: “Si dice meno tasse, ma sono meno per chi già ne paga poche”.
I provvedimenti messi in campo “rischiano di peggiorare la situazione attraverso i tagli alle regioni. Bisognerebbe ricordarsi che il 40% dell’Irap finanzia la sanità. Ci sono quindi tante contraddizioni e in più prevale l’idea inaccettabile e sbagliata che per far ripartire il lavoro basta far licenziare le persone e far pagare un po’ meno gli imprenditori che assumono”. “Non è quella la strada da seguire”.
Inoltre, il leader della Fiom ha invitato le Regioni a scendere in piazza con la Cgil: “Quando sentiamo dire che si riducono le tasse per poi scoprire che i lavoratori dipendenti possono perdere il posto e devono pagare di più per avere gli stessi servizi, allora bisogna che siano le Regioni a scendere in piazza insieme a noi e a sostenere le battaglie che la Cgil e i lavoratori stanno facendo. Di solidarietà ne abbiamo fin sopra i solai, come diceva mio nonno – ha aggiunto Landini – questo è il momento della responsabilità. Noi ci stiamo battendo perché cambi la politica di questo paese”.
Il comizio di Landini è poi terminato tra i tafferugli e i lacrimogeni. All’arrivo del corteo di studenti nella piazza si sono verificati i primi disordini e i primi lanci di lacrimogeni. Gli studenti e alcuni antagonisti hanno cercato di forzare le transenne, lanciando anche oggetti a quel punto la polizia ha risposto con lacrimogeni. I tafferugli sono continuati, mentre Landini ha continuato a parlare rivolgendo messaggi distensivi verso il fondo della piazza. Ma al termine del comizio qualche lacrimogeno si è avvicinato al palco del leader della Fiom ed è iniziato il fuggi fuggi dei metalmeccanici.
Non è tardata ad arrivare la reazione di Federico Bellono, segretario torinese della Fiom, che ha chiesto un incontro al Questore di Torino. “Abbiamo avuto la netta percezione che ci sia stato un eccesso di reazione da parte delle forze dell’ordine, in particolare quando sono stati lanciati lacrimogeni verso il Palco, per questo ho chiesto un incontro al questore”.
“Il numero delle persone coinvolte nei disordini era irrisorio, cinquanta o cento al massimo di fronte a migliaia di metalmeccanici – ha osservato Bellono – siamo in una fase in cui ci saranno molte iniziative sindacali e vanno gestite”.
La risposta della Questura non tarda ad arrivare: “Il corteo con circa 3000 partecipanti, organizzato dalla Fiom per protesta contro le politiche governative, ha avuto uno svolgimento inizialmente pacifico e sostanzialmente ordinato”, scrive la Questura in una nota: “Al momento dell’ingresso in piazza Castello, da altro corteo posizionatosi in coda si è improvvisamente staccato un gruppo di circa 300 antagonisti, di varia estrazione, che attaccava le Forze di Polizia schierate a protezione dei luoghi in cui si svolgerà nel pomeriggio il vertice internazionale. Da parte di questi, è stato effettuato un fittissimo lancio di sanpietrini, bulloni, grossi petardi, per cui è stato necessario il lancio di alcuni lacrimogeni per disperdere i violenti”, conclude la Questura.
E.G.