Intervistato da Il Fatto Quotidiano, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ripercorre e analizza le tappe che hanno portato i sindacati a pianificare questo maggio di fuoco sul fronte della mobilitazione, a partire dalla convocazione del Cdm per il Dl Lavoro nel giorno del Primo Maggio. Landini ribadisce e conferma il completo disappunto per la scelta di approvare il decreto durante la Festa dei lavoratori, definendola “un mancanza di rispetto” e lesiva della dignità di lavoratori e lavoratrici. Inoltre, aggiunge Landini, alla luce della mancata pubblicazione del decreto, il governo dimostra che “non c’era nessuna urgenza” sui tempi dell’approvazione “se non quella della propaganda”.
Fa discutere la scelta della premier Giorgia Meloni di aver illustrato i contenuti del decreto in un video, su modello della consueta rubrica Gli appunti di Giorgia: “Uno sgarbo nei confronti dei giornalisti sotto la pioggia”, afferma Landini, ma quanto gli è più urgente sottolineare è il giudizio negativo sui contenuti del Decreto, in particolare sulla reintroduzione dei voucher e dei contratti a termine: “Noi chiediamo di superare le forme assurde di precarietà e di introdurre un contratto unico di ingresso nel lavoro fondato sulla formazione e sulla stabilità dell’occupazione”. Ma non solo: anche la riforma del Reddito di cittadinanza “è davvero grave” e la nuova denominazione di Reddito di inclusione già contiene di per sé una contraddizione: “Comincia con un’esclusione”, afferma il segretario, poiché con i nuovi criteri adottati una famiglia povera al cui interno non figurano disabili o anziani non ha accesso al sussidio: “Non è accettabile che si facciano soldi sulla povertà invece di colpire profitti ed extraprofitti e l’evasione fiscale”.
Quanto alla riduzione del cuneo fiscale, anche se il taglio va incontro alle richieste dei sindacati, “siamo di fronte a un provvedimento non sufficiente a tutelare i salari dall’inflazione, con aumenti sbandierati che sono lordi e soprattutto una tantum, da luglio a dicembre”. Per delle giuste misure sui salari “occorre anche rinnovare i contratti nazionali, ma il governo non mettendo un euro per il rinnovo di quelli del lavoro pubblico ha deciso di inviar un messaggio molto negativo”. Quello che manca, sottolinea ancora Landini, è “una vera riforma delle pensioni e una vera riforma fiscale, maggiori investimenti su sanità e scuola pubblica, la realizzazione degli investimenti del Pnrr”.
Sabato prossimo, 6 maggio, prenderà il via a Bologna la prima tappa delle tre manifestazioni interregionali organizzate da Cgil, Cisl e Uil. Landini non esclude che possa esserci uno sciopero generale, ma per ora l’obiettivo è riempire le piazze e mantenere l’unità tra le tre confederazioni. Intanto Pd e M5s si uniscono alla mobilitazione sindacale dichiarando la loro adesione attraverso l’endorsement del leader grillino, Giuseppe Conte, e della segretaria del Pd, Elly Schlein. A tal proposito, Landini sottolinea che anche se l’azione delle manifestazioni si rivolge “alle persone a prescindere da cosa votano”.“Le nostre manifestazioni sono aperte a chiunque voglia partecipare” e a questo punto della Storia è importante “ricomporre la distanza tra la politica e le persone”.
e.m.