Lo hanno chiamato il Jobs Act francese, e sono state sottolineate le “tante somiglianze“ con la riforma italiana, assurta ad esempio dai sostenitori della Loi El Khomri, sebbene non siano mancati nel dibattito francese appelli a non prendere sul serio l’idea di un “modello italiano” per la Francia, in presenza di significative differenze nelle dinamiche dei mercati del lavoro dei due Paesi e di forti dubbi sui risultati occupazionali della riforma italiana.
Con il Jobs Act la Loi travail ha certamente in comune l’accusa di volere modernizzare il mercato del lavoro riducendo le sicurezze per i lavoratori, con particolare riferimento alla polemica sulle modifiche introdotte ai licenziamenti per motivi economici. Tuttavia l’impianto in cui si inseriscono le modifiche alla disciplina dei licenziamenti nei due casi è molto differente. Per questo motivo presentiamo oggi un nuovo Ebook open access dal titolo “Loi Travail: prima analisi e lettura. Una tappa verso lo “Statuto dei lavori” di Marco Biagi?” a cura di Lilli Casano, Giorgia Imperatori e Clara Tourres. L’obiettivo è quello di una analisi preliminare della riforma, in modo da consentire ai lettori un quadro complessivo entro il quale sviluppare le proprie riflessioni critiche.
Come detto le differenze con l’azione legislativa nostrana non sono poche. A partire da un intervento di fondo sull’impianto regolatorio del lavoro, con la Loi travail che rivede la gerarchia delle fonti stabilendo il primato della contrattazione aziendale, aspetto non toccato dalla riforma italiana che invece si concentra sulle tipologie contrattuali. Sul fronte delle politiche del lavoro poi, la legge francese introduce un concetto moderno di politiche attive attraverso la tutela che si ottiene con il conto unico di attività che raggruppa un insieme di tutele ancorato alla persona a prescindere dal suo status professionale; qualcosa di diverso dal contratto di ricollocazione all’italiana, poi stralciato e sostituito dal poco o nulla finanziato assegno. Infine, ma le differenze sarebbero ancora molte, sul fronte della tecnologia la differenza di approccio è chiara paragonando l’introduzione di maggiori controlli grazie proprio alle tecnologie (in Italia) e il diritto alla disconnessione di cui parla la riforma francese.
Sul piano della tecnica legislativa e della politica del diritto, quindi, ci troviamo di fronte a due visioni diametralmente opposte nella regolazione dei rapporti di lavoro. Un provvedimento di ispirazione statualista e centralista, quello italiano, che si assume il merito della marginalizzazione del ruolo della rappresentanza al punto di prospettare ora il colpo di grazia della legge sindacale. Una riforma, quella francese, che per contro si propone di stabilire la centralità della contrattazione collettiva aziendale lasciando alla legge un ruolo residuale e supplementare nella giusta convinzione che la prossimità e l’adattabilità siano l’unica dimensione praticabile in un contesto di spinta globalizzazione e competizione internazionale che marginalizza il ruolo della legislazione nazionale. E qui non possiamo non notare il paradosso dello scambio di identità dei sistemi francese e italiano. Il primo da sempre fortemente statalista, forte di una burocrazia centralizzata che ha pervaso da sempre la regolazione dei rapporti tra le parti, la seconda di tradizione più anglosassone, in cui le parti sono sempre state (attraverso la mancata attuazione dell’art. 39 della Costituzione, ad esempio) libere di decidere le proprie regole e il proprio gioco. Loi travail e Jobs Act (con la prossima approvazione della legge sulla rappresentanza) sembrano invertire queste tradizioni, a discapito dell’Italia, aggiungiamo noi.
I contributi contenuti in questo volume affrontano i temi centrali del dibattito che ha accompagnato la riforma francese: dalle modifiche alla disciplina dell’orario di lavoro, ai licenziamenti per motivi economici, ai cambiamenti in materia di medicina del lavoro, alle novità introdotte in materia di contrattazione collettiva, al tema della parità e della conciliazione vita lavoro, alla modifica alla disciplina del distacco di lavoratori, approfondendo anche il fronte delle nuove tutele proposte per accompagnare il cambiamento, come il compte personnelle d’activité e il diritto alla disconnessione.
Il volume è così strutturato: nella Parte I vengono descritte e commentate le principali disposizioni del progetto di legge, nella Parte II del volume sono contenuti i contributi scritti e già pubblicati da ADAPT tra la fine del 2015 e oggi, che toccando i principali temi discussi in questi mesi raccontano la lunga e incerta marcia verso la Loi travail. Ad essi si affianca, nella Parte III, una rassegna di letture scelte tra gli interventi più significativi sul tema pubblicati dalla stampa internazionale. La Parte IV infine è una proiezione informatica contenente tutti i principali documenti istituzionali sulla Loi travail.
Vi auguro una buona lettura.
Michele Tiraboschi
Direttore Scientifico ADAPT