La fine del 2011 gela i segnali di ripresa del settore navale del primo semestre. Per Fincantieri “i carichi di lavoro per il 2011 e quelli previsti per il 2012 sono dimezzati rispetto ai livelli pre-crisi”, afferma il direttore generale Vitalino Pappaianni nel corso di un incontro con i sindacati aziendali e territoriali a Roma.
“La situazione dei carichi – ha detto – ha riflessi sull’occupazione, ma l’azienda si impegna a evitare i licenziamenti impiegando tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione”.
I dipendenti in cassa integrazione, al 10 ottobre, sono 1.968 su un totale di 8.200 e gli ultimi accordi prevedono un tetto massimo di 3.285 persone. I cassintegrati erano in media 713 nel 2010 e 175 nel 2009.
Gli amministratori della società descrivono difficoltà per tutti gli stabilimenti, attivi in un settore che ha bruciato 50 mila posti di lavoro in Europa negli ultimi anni. I traghetti in costruzione in tutto il mondo sono tre (di cui uno, della Daewoo per la Tunisia, è a rischio), le navi da crociera sono sette (di cui due ordinate a Fincantieri), e le commesse militari sono “congelate, se non cancellate”. Le ore di lavoro previste a breve termine sono il 20% in meno rispetto al livello pre-crisi per Monfalcone, il 40% in meno per Marghera e il 50% in meno per Castellammare di Stabia, mentre Sestri e Ancona sono ferme a zero ore dopo la consegna di marzo. L’incontro di oggi viene definito “interlocutorio” dai sindacati, in vista del tavolo nazionale sul gruppo Fincantieri previsto al ministero per lo Sviluppo economico il 6 novembre. (LF)
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