Ci ha lasciato Michele Figurati. E’ stato un protagonista delle relazioni industriali del nostro paese. Responsabile dei rapporti sindacali in Fiat, poi direttore generale di Federmeccanica, in ultimo commissario nella Commissione di garanzia per gli scioperi nel settore dei servizi essenziali, era sempre al centro dei problemi sindacali. La sua competenza, le sue capacità innate, la semplicità con cui gestiva i problemi più complessi, sono queste le doti che lo hanno aiutato nel suo lavoro, che lo hanno sorretto nelle situazioni più ostiche, che lo hanno fatto apprezzare e amare da quanti sono stati a contatto con lui. I problemi non erano più tali quando Michele Figurati li affrontava e per tutti noi cronisti sindacali, ai quali regalava la sua amicizia, sapere che lui guidava una delegazione sindacale o faceva parte di una commissione era una garanzia., perché sapevamo che avrebbe trovato una soluzione ai problemi esistenti, soluzione che a guardarla dopo era semplicissima, anche se nessuno ci aveva pensato prima, sapevamo che ci avrebbe aiutati per quanto poteva nel nostro lavoro. Quando lasciò l’attività e si ritirò con la sua compagna a vivere in un piccolo paese sul mare della Liguria, subito dopo le Cinque terre, in molti non avevano capito questa scelta. Solo chi era poi andato a trovarlo lassù aveva capito la sua scelta, la voglia di vivere un’esperienza diversa dal passato, tutta nuova, ma per questo ancora più affascinante. Era un uomo buono che amava la vita. Era stato molto male negli ultimi anni, ma non aveva mai perso il suo sorriso, la sua gentilezza, il suo umorismo. Adesso non c’è più, piangiamo la sua assenza, che già sentiamo fortissima. Con Il diario del lavoro aveva collaborato a lungo e soprattutto ci aveva sostenuto con calore, perché credeva in noi, nel compito che ci eravamo presi, che in parte era anche il suo, di render le relazioni industriali un mondo migliore di quanto non fosse. Adesso al dolore si aggiunge il rimorso di non averlo coinvolto ancora di più, di non aver saputo sfruttare fino in fondo le sue capacità di divulgatore. Conosceva a fondo la materia del lavoro, avrebbe potuto essere ancora più presente accanto a noi. Ma ci resta il ricordo del suo sorriso, il piacere di essere stati suoi amici. Ci piace ricordarlo con tutti i nostri amici del mondo del lavoro, quello che lui amava tanto.
Massimo Mascini