L’Ocse conferma previsioni non esaltanti sull’economia dell’Italia, per cui si spinge a pronosticare una lieve recessione quest’anno, pari a meno 0,2 per cento in termini di Pil, cui dovrebbe seguire un più 0,5 per cento nel 2020. E nel rapporto sulla Penisola, di 168 pagine presentato oggi a Roma presso il ministero dell’Economia, l’ente parigino stima un aumento del tasso di disoccupazione al 12 per cento sulla media 2019, dal 10,6 per cento dello scorso anno, e al 12,1 per cento nel 2020. La previsione sul Pil è analoga a quella indicata nel parziale aggiornamento dell’Economic Outlook a inizio marzo.
Dopo una “modesta ripresa”, ora in Italia “l’economia si sta indebolendo” mentre persistono “problemi economici e sociali di lunga durata” che richiederebbero “un vasto pacchetto di riforme”, afferma l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, anche puntando a migliorare l’inclusione sociale.
Il pacchetto di riforme proposto nello studio (su produttività, giustizia, banche e sistemi di insolvenza, fisco, investimenti pubblici e appalti ecc.) favorirebbe l’aumento dell’occupazione, dice l’Ocse, accrescerebbe il benessere e accelererebbe la crescita della produttività. Secondo i calcoli dell’ente parigino procedendo con queste misure “entro il 2030 la crescita annuale del Pil passerebbe dallo 0,6% previsto con le politiche attuali a oltre l`1,5%. Se combinato con un aumento dell’avanzo primario a oltre il 2%, il pacchetto di riforme proposto contribuirebbe alla diminuzione del rapporto debito-Pil”.
“Il tenore di vita degli italiani è quasi pari al livello rilevato nel 2000 – avverte l’Ocse – e i tassi di povertà dei giovani restano alti. Negli ultimi decenni, le grandi disparità regionali si sono ampliate. Un pacchetto di riforme completo volto ad aumentare la produttività e la crescita dell’occupazione è essenziale per una crescita e un’inclusione sociale più solide”.
e.g.