La Filt Cgil di Milano proclama lo sciopero di tutti i riders di Milano per venerdì 25 maggio, indipendentemente dalla forma contrattuale che li riguarda. A motivare la protesta il grave incidente occorso giovedì 17 nel capoluogo lombardo al fattorino 28enne, assunto con un contratto annuale dalla piattaforma online di food delivery Just Eat, che ha subito l’amputazione di una gamba dopo essere scivolato con il proprio scooter sotto un tram mentre ne giungeva un altro nella direzione opposta.
La Filt milanese chiede, anzitutto, l’immediata “convocazione di un tavolo di confronto al fine di concordare le forme migliori di contrattualizzazione dei lavoratori interessati”. Per il sindacato dei trasporti della Cgil sono molte le questioni da affrontare, dalla “modalità di organizzazione del lavoro alle corrette retribuzioni, dalle giuste tutele per l’incolumità di chi quotidianamente opera sulle strade delle città alla corretta formazione per la sicurezza, dall’adeguato investimento sugli strumenti di lavoro alla necessaria tutela sanitaria e professionale”.
La Filt invita tutti i lavoratori “a mobilitarsi per aprire una vera e proficua contrattazione con le organizzazioni firmatarie del contratto nazionale del trasporto merci e della logistica e affinché il legislatore intervenga con norme chiare e di garanzia per i lavoratori e i consumatori”.
Sono 3 mila i rider che lavorano a Milano, il 90% dei quali, spiega il segretario generale della Filt di Milano, Luca Stanzione, lavora “con ritenuta d’acconto, senza le coperture assicurative minime e periodi di formazione sulla sicurezza. Eppure sono trattati come personale subordinato a tutti gli effetti, tanto che alcune piattaforme espellono i rider che rifiutano più di tre consegne”.
L’esponente sindacale chiede alle aziende “di non sottrarsi più a un tavolo con le parti sociali: è necessario definire una normativa a livello nazionale, nonostante alcune regioni come Lazio e Toscana si siano mosse per regolamentare l’attività dei rider”. Per Stanzione le “piattaforme online sono chiamate ad assumersi le loro responsabilità: non hanno più scuse, perché dal 1° marzo la figure del rider va inquadrata con il contratto nazionale del trasporto merci”.