La società del gruppo IBM, Sistemi Informativi il 16 giugno ha avviato una procedura di licenziamento che riguarda 156 dipendenti. La società occupa 958 addetti a Roma, Milano, Torino e Perugia. Le motivazioni addotte sono il perdurare della crisi del settore Innovazioni Tecnologiche, le difficoltà nel reperire commesse nella Pubblica Amministrazione, l’ammessa incapacità nell’aprire nuove prospettive di mercato.
“I problemi della Sistemi Informativi – sottolinea la Filcams-Cgil – sono strettamente collegati al declino dell’impegno della multinazionale IBM nel mercato italiano. Negli anni ’90 IBM produceva nel nostro paese hardware e software, occupando oltre 13mila dipendenti in vari centri anche d’eccellenza. Da allora, la smobilitazione è stata costante, con licenziamenti collettivi ed esodi incentivati, che hanno portato l’attuale numero di occupati nelle aziende del gruppo a circa 3mila addetti. La Sistemi Informativi nasce nel1979 aRoma come azienda autonoma, crescendo costantemente nel tempo, e a metà degli anni ’90 viene acquisita da IBM, ma l’acquisizione ha comportato la riduzione dei margini di autonomia e di dinamismo manageriale.”
“I lavoratori – sottolinea Filcams – chiedono alla casa madre e al management aziendale di ritirare la procedura di licenziamento collettivo. Esistono soluzioni non traumatiche in termini occupazionali, come i Contratti di Solidarietà, che potrebbero essere utilizzati per attuare quel cambio di rotta annunciato nel piano industriale, ma che IBM non ha voluto realizzare. L’alternativa è gettare 156 famiglie nella disperazione di un mercato del lavoro che poco ha da offrire, e nulla fa presupporre che possa servire a salvare le restanti802.”