I lavoratori a termine e atipici impiegati nelle attività della fondazione Teatro di Roma saranno stabilizzati con un inquadramento a tempo indeterminato. Si tratta del 50% della forza lavoro impiegata. Non un colpo di scena, dacché le avvisaglie di risoluzione della vertenza risalgono già alla scorsa primavera, ma sicuramente la notizia della prossima indizione di un bando pubblico di concorso è stata accolta con “soddisfazione”. Oltre a far tirare il fiato ai lavoratori che si vedranno finalmente riconosciuti professionalità e sacrifici, la stabilizzazione permetterà poi alla Fondazione di accedere ai fondi ministeriali per il finanziamento delle attività. Secondo le regole, infatti, per poter accedere ai contributi pubblici c’è bisogno di almeno il 50% più uno dei dipendenti assunti stabilmente. Il contributo stanziato per il 2025 dal Comune di Roma, socio della fondazione, consentirà di assumere tramite bando il personale minimo necessario entro il 31 dicembre 2025, a seguito di bando e conseguente graduatoria.
I bandi, spiega in Commissione Cultura del Comune di Roma il direttore generale della Fondazione, Maurizio Roi, saranno lanciati entro un paio di settimane e saranno aperti ai lavoratori di tutti i settori. Inoltre, il criterio di anzianità avrà valore premiale negli esiti della selezione e saranno realizzate graduatorie a scorrimento per integrare l’organico di eventuali ulteriori professionalità, garantendo così trasparenza e criteri meritori nelle assunzioni. “L’obiettivo è consentire a chi ha lavorato per tanti anni nel Teatro, in tutti i settori, di concorrere con un’opportunità concreta – ha sottolineato Roi -. La graduatoria che si formerà con i bandi, secondo il regolamento attuale, durerà un anno, ma speriamo che ci venga data la possibilità di prolungarla, per non ripetere negli anni a venire questa situazione”. Resta la rassicurazione che “nessuno perderà il lavoro”.
Sul fronte dei conti, il presidente della Fondazione, Francesco Siciliano, precisa che si attingerà dalla finestra della Finanziaria 2025, ma il previsto ampliamento dell’organico richiederà un ulteriore contributo da parte dei soci, a partire dal Comune di Roma. Necessità, questa, sollevata dallo stesso Collegio dei Revisori. Siciliano aggiunge: “Con l’arrivo di una nuova sala siamo diventati il primo teatro pubblico d’Italia, le risorse debbono essere adeguate all’impegno, tema che sottoporremo al sindaco di Roma e al presidente della Regione Lazio”.
Tuttavia, fino all’ufficiale indizione dei bandi, tutto resta ancora aperto e, di conseguenza, alta la guarda delle organizzazioni sindacali. “La lotta paga”, commenta il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Natale Di Cola. “Questo è un risultato importante della lunga mobilitazione delle lavoratrici, dei lavoratori, della nostra Slc e dell’impegno chi ha sostenuto questa vertenza. La mobilitazione – aggiunge Di Cola – ha portato prima allo stanziamento di oltre 600 mila euro, tramite un emendamento presentato dal Consigliere Regionale Claudio Marotta alla legge di bilancio regionale, per la stabilizzazione del personale a tempo determinato; poi all’esclusione delle fondazioni lirico-sinfoniche, dei teatri nazionali e di quelli di rilevante interesse culturale dalla riduzione del turn over, garantendo così il mantenimento dei livelli occupazionali. Ora, grazie anche alle risorse del Comune di Roma, arriva il bando di concorso”.
Di Cola assicura che il sindacato continuerà a vigilare sugli investimenti e le condizioni di lavoro, tutte da migliorare, anche in vista della prossima espansione delle attività con l’apertura del Teatro Valle. Oltre alle stabilizzazioni per il personale interno, fine, “abbiamo inoltre chiesto che il teatro indica presto audizioni pubbliche, nel rispetto del Contratto Nazionale, e che anche per queste si fissino presto le date per le convocazioni di attori ed attrici”.
Per le Camere del lavoro autonomo e precario, critiche contro “la corsa per intestarsi il risultato (ancora non ottenuto)”, resta fondamentale la stabilizzazione di tutto il personale precario entro il 2025. “Non esiste margine di errore accettabile, perché parliamo della vita di lavoratrici e lavoratori che hanno aspettato fin troppo tempo”.
Un lavoro intenso, quello rivendicato dall’organizzazione, che fa proprie e parafrasa le parole del Presidente Siciliano: “Abbiamo fatto accorgere la politica di questa anomalia” con anni di presidi, incontri con l’azienda e con i rappresentanti politici della città, assemblee e manifestazioni, e con questo spirito, di Sindacato Sociale, continuiamo a vigilare sulle tutele per lavoratrici e lavoratori, nostri iscritti o meno”.
Elettra Raffaela Melucci