Con l’anticipo del Tfr in busta paga, un lavoratore con un reddito da 23mila euro può rimetterci in media 330 euro l’anno. E’ quanto rileva uno studio realizzato dal servizio politiche economiche e territoriali della Uil, sottolineando che per questa fascia di reddito la tassazione ordinaria significherebbe 50 euro di imposte in più e 280 euro detrazioni in meno.
“Il Governo – dice il segretario confederale Guglielmo Loy – sta emanando la circolare per regolare l’opzione di scelta del Tfr mensilizzato in busta paga. Chi sceglierà questa opzione, però, avrà effetti penalizzanti sulla propria situazione reddituale. Il Tfr in busta paga fa alzare il reddito Isee, con un effetto domino sul sistema agevolato delle tasse e tariffe locali (asili nido, mense scolastiche, tasse universitarie)”.
Un reddito Isee di 12.500 euro a Milano paga una tariffa degli asili nido di 103 euro mensili, mentre con un Isee di 12.501 euro la tariffa sale a 232 euro mensili (più 129 euro al mese). Sempre per una mensa scolastica, a Roma, il costo con un reddito ISEE di 12.500 euro è di 50 euro mensili, mentre se si supera anche di un euro questa soglia, il costo sale a 54 euro mensili. Per l’iscrizione all’università La Sapienza, la quota annuale con un reddito Isee di 12mila euro è di 549 euro l’anno, ma con un reddito Isee di 12.001 la quota sale a 600 euro l’anno. A Bari chi ha un reddito Isee di 10mila euro non paga la Tasi, ma superando questa soglia Isee la Tasi si paga con l’aliquota al 3,3 per mille.
A Torino, spiega lo studio della Uil, una famiglia che ha un reddito Isee di 12.999 euro con il Tfr in busta paga supera il reddito di 13mila euro e per la tassa sui rifiuti invece di pagare 156 euro medi l’anno ne pagherà 202 euro, con un aggravio di 46 euro. Inoltre, per effetto della tassazione ordinaria al posto di quella separata si avranno delle penalizzazioni di 330 euro medi l’anno tra maggiore tassazione (50 euro medi l’anno) e minori sgravi fiscali (280 euro medi l’anno). Infatti, se da una parte la busta paga con il Tfr mensilizzato sarà mediamente più pesante di 97 euro mensili, dall’altra questo nuovo introito sarà tassato con l’aliquota Irpef ordinaria anziché a tassazione separata.
Per un reddito di 23mila euro (imponibile medio lavoratori dipendenti), in busta paga potrebbero scattare 97 euro medi mensili, che salgono a 105 euro per i redditi di 25mila euro e a 125 euro per i redditi di 35 mila euro, mentre scendono a 76 euro mensili per un reddito da 18 mila euro. Fin qui, come calcolato dalla Uil, i benefici. Ma al posto della tassazione separata, che regola sia l’anticipo che la liquidazione del Tfr, la mensilizzazione comporta l’applicazione dell’aliquota marginale Irpef (cioè quella corrispondente all’ultimo scaglione in cui si colloca il maggior reddito erogato).
Ciò significa che un reddito di 18mila euro lordi, sul Tfr annuo pari a 957 euro al posto del 23% pagherà il 27%; un reddito di 23mila euro su un Tfr annuo maturato di 1.209 euro pagherà sempre il 27% anziché il 23,9%; un reddito di 35mila euro su un Tfr annuo pari a 1.806 euro pagherà il 38% anziché il 25,3%.
In soldoni, fa notare la Uil, la tassazione ordinaria è mediamente più pesante di 50 euro annui per un reddito di 23mila euro con punte di 307 per un reddito di 35mila euro. Ma non solo: il Tfr in busta paga, che sarà comunque escluso dal reddito complessivo per il bonus di 80 euro, si cumulerà con il reddito prodotto nell’anno e inciderà sulla determinazione delle detrazioni d’imposta (no tax area e detrazioni per familiari a carico sugli assegni familiari).
Per esempio, considerando le sole detrazioni di imposta (no tax area, carichi di famiglia), un reddito di 23mila euro ci rimetterà mediamente 280 euro l’anno. “Non vorremmo passare per i soliti gufi – aggiunge Loy – come ama spesso ripetere il presidente del consiglio a chi lo contraddice, però questa idea del Tfr in busta paga come politica per il rilancio dei consumi ci pare azzardata e rischia di creare anche un piccolo buco nel bilancio dello Stato, in quanto a nostro avviso saranno pochissimi i lavoratori che opteranno, a queste condizioni, per avere subito il Tfr in busta paga”.