Quanto vale l’accordo per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici? Poco per qualcuno che evidentemente sperava in una conclusione diversa per questa vertenza ostica fin dalle prime battute. I detrattori del resto non mancano mai, specie quando sono pesanti i valori in gioco. E così c’è stato chi ha parlato di accordo di normale amministrazione, venuto a interrompere un ciclo virtuoso avviato da qualche anno. Mi permetto di dissentire da questo giudizio che probabilmente non tiene conto del contesto economico e politico nel quale si è svolta la vertenza. Ritengo piuttosto che questo accordo sia stato un importante passo in avanti nella gestione di relazioni industriali sempre più difficili.
Per capire cosa è accaduto vale la pena di leggere le dichiarazioni che Ferdinando Uliano, segretario generale della Fim, il sindacato di categoria della Cisl, ha rilasciato al Diario del lavoro. Uliano ha infatti ricordato i momenti critici della vertenza quando, all’interno della compagine datoriale, qualcuno ha messo in forse il rinnovo del contratto, ritenendolo non necessario poiché le regole esistenti difenderebbero già i salari dai danni dell’inflazione.
Il contratto dei metalmeccanici è costoso, il meccanismo di crescita dei salari è oneroso, dicevano costoro, se ne può fare a meno. E parallelamente è iniziata una campagna denigratoria nei confronti del sindacato. Nella compagine imprenditoriale si è svolta evidentemente una contrapposizione, per fortuna vinta da coloro che intendono mantenere relazioni industriali attente alle posizioni di entrambe le parti. Il rinnovo c’è stato, il contratto è stato salvato, e questo già dimostra che si è andati ben oltre la normale manutenzione.
Soprattutto non si deve dimenticare che il contratto nazionale è in questi anni obiettivo di un attacco concentrico, portato avanti anche dall’esecutivo in carica, che non ha esitato nel tentare di minarne la validità. Sostenere l’importanza dei “contratti maggiormente applicati” piuttosto che quella dei “contratti sottoscritti dalle rappresentanze più rappresentative” è un chiaro esempio di questa tendenza. Così come l’atteggiamento assolutorio nei confronti dei contratti pirata, che rappresentano l’antitesi alla buona contrattazione. Il governo è libero di considerare il sindacato un concorrente, se non un nemico, e di comportarsi di conseguenza. Ma è normale che in questa situazione il sindacato cerchi di tutelarsi. Anche lottando per il rinnovo del contratto storicamente più importante nella storia del lavoro.
E l’accordo per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici è importante perché, tra l’altro, prevede una crescita dei salari anche superiore al trend dell’inflazione. La trattativa in corso al livello interconfederale potrà stabilire regole diverse, ma la realtà attuale vede i salari italiani tra i più bassi in Europa, almeno tra i paesi più industrializzati, e tutti gli economisti affermano che è un dato molto negativo della realtà economica italiana, in grado di allontanare lo sviluppo. I metalmeccanici hanno fatto crescere un poco i loro salari reali e questo resta un dato molto positivo. Forse hanno messo in difficoltà qualche piccola azienda, quelle che più hanno puntato la loro competitività sul contenimento del costo del lavoro piuttosto che sulla qualità della produzione.
E l’accordo per il contratto dei metalmeccanici è stato importante anche per un’altra ragione: mentre Cgil, Cisl e Uil litigano e si dividono, i meccanici hanno dato una bella prova di unità e hanno vinto la loro battaglia solo perché testardamente uniti, come direbbe Elly Schlein. In passato questa categoria è stata fortemente divisa, con una serie di accordi separati, senza la firma della Fiom. E sempre la Fiom non firma tuttora il contratto con Stellantis, pure così importante nel quadro delle relazioni industriali. Ma nonostante le differenze interne, i metalmeccanici hanno capito l’importanza di presentarsi uniti nel confronto con la controparte. Uniti si vince, divisi si perde, il vecchio slogan rimane valido. Spetta ora alle confederazioni comprendere che forse è il caso di superare le divisioni e cercare l’unità. Un obiettivo non irraggiungibile.
Massimo Mascini


























