Rinnovi contrattuali che, alla luce della bassa inflazione, prevedano la riduzione degli aumenti salariali, rischiano di avere conseguenze negative sui prezzi al consumo. L’avvertimento arriva dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che prende spunto da alcuni recenti rinnovi. Parlando a Francoforte, alla conferenza The ECB and its wathers, il governatore ha affermato: “In Italia, alcun recenti rinnovi contrattuali prevedono che parte dei futuri aumenti salariali sia rivista al ribasso nel caso in cui il tasso di inflazione sia inferiore alle attuali previsioni; secondo le nostre simulazioni, una adozione generalizzata di questo tipo di contratto porterebbe a un significativo calo del tasso di crescita dei salari riflettendosi di conseguenza sulla dinamica dell’inflazione”.
Immediata, e soddisfatta, la reazione dei sindacati. “Condividiamo in pieno le preoccupazione espresse dal Governatore -afferma il leader Carmelo Barbagallo – Legare gli incrementi salariali dei contratti nazionali all`andamento dell`inflazione significa, di fatto, programmare una riduzione dei salari dei nostri lavoratori, con conseguenze negative su altre dinamiche macroeconomiche”. Barbagallo aggiunge che “proprio per evitare questi danni, abbiamo proposto di di collegare gli incrementi salariali alla crescita del PIL. Ma il rilievo del Governatore deve rappresentare un invito per tutte le parti sociali a procedere rapidamente alla modifica dell`attuale sistema contrattuale. In questo senso, la proposta del nuovo modello di relazioni industriali, predisposto da Cgil, Cisl, Uil, può rappresentare un importante punto di partenza. Speriamo che il nuovo presidente di Confindustria voglia cogliere l`indicazione che proviene da una così autorevole Istituzione finanziaria”.
A sua volta, il segretario Cisl Gianni Petteni osserva: “Quanto affermato da Ignazio Visco in tema di contratti ed inflazione sta esattamente nel solco dell’ analisi economica che ha accompagnato la preparazione del documento di Cgil Cisl Uil sulle relazioni industriali”. Prosegue Petteni: “Abbiamo bisogno di una crescita dei salari, della produttività, dei consumi. Serve un sistema contrattuale che faccia interagire e non contrapporre i livelli tra contratto nazionale e contrattazione decentrata. Il sindacato è pronto ad affrontare questa sfida e già in queste settimane si sta operando su diversi confronti, ma anche attraverso un coinvolgimento sempre più attivo dei delegati e dei lavoratori che stanno ampliando il consenso ed il sostegno alle proposte di Cgil Cisl Uil”.