In Italia ci sono circa 23 miliardi di sprechi nella spesa pubblica locale. Complessivamente si spendono 176,4 miliardi per i servizi pubblici con un eccesso di spesa, se in tutte le regioni funzionassero tutti i servizi ai prezzi migliori, pari a 74,1 miliardi (42%). Se si investissero 51,2 miliardi per raggiungere i livelli di servizio della Lombardia (regione al top della classifica) rimarrebbero ben 22,9 miliardi di sprechi, ossia di risorse spese “senza alcuna giustificazione”. E’ quanto rileva il Centro studi di Confcommercio in occasione di un convegno su spesa pubblica e fiscalità.
In particolare dalla ricerca emerge che inefficienze e sprechi a livello territoriale, con differenziazioni notevoli tra le varie regioni e aree del Paese, ammontano complessivamente a circa 74 miliardi. “Di questi – ha affermato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli -, mentre 51 dovrebbero essere reinvestiti per migliorare la qualità e la quantità dei servizi pubblici locali in ampie aree del Paese, 23 miliardi di euro sono del tutto aggredibili e rappresentano delle vere e proprie inefficienze.ì
“Bisogna ridurre la spesa pubblica, che non è solo troppo alta ma anche mal distribuita – ha proseguito Sangalli- E per farlo bisogna intensificare la lotta agli sprechi e alle inefficienze e ridefinire il perimetro dell’azione pubblica”. Secondo Sangalli, inoltre, “bisogna intervenire evitando tagli lineari e indiscriminati, e valorizzando invece la buona spesa con interventi attenti, puntuali e mirati di aggressione agli sprechi e di riduzione delle inefficienze non solo sulle amministrazioni centrali ma anche su quelle locali”.
Dalla ricerca emerge inoltre che, secondo gli ultimi dati disponibili, in Italia per la spesa locale mediamente si spendono 2.963 euro per abitante, con picchi di 6.943 euro in Valle d’Aosta e di 6.273 euro in Trentino. Anche fra regioni a statuto speciale e ordinario emergono notevoli differenze con le prime che spendono il 35,6% in più rispetto alle seconde. Anche le regioni più piccole spendono a testa di più in quanto non sono in grado di utilizzare le economie di scala.
Tornando agli sprechi, al Sud raggiungono la percentuale del 63,9% contro il 30,7% del Centro-Nord, con un eccesso di spesa di 38,3 miliardi rispetto ai 35,8 miliardi. Nel complesso al Sud si spendono 59,9 miliardi contro i 116,5 miliardi del Centro-Nord.
La replica è arrivata, nel corso dello stesso convegno, dal commissario alla spending review Yoram Gutgeld, che ha affermato che la spesa pubblica “è 4-5 miliardi più bassa quest’anno rispetto all’anno scorso: è un risultato che nessun paese ha ottenuto. Noi la spesa la stiamo riducendo e lo stiamo facendo in modo piuttosto incisivo”. “Noi – ha aggiunto – continuiamo un percorso già lanciato un anno e mezzo fa, lo stiamo facendo con un approccio diverso, un approccio pluriennale e con interventi che intervengono sui meccanismi di spesa, non sono tagli lineari, ma interventi che renderanno la spesa più efficiente. Faremo risparmi veri nell’ottica dell’efficienza”.