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Amazon, Pellecchia: l’accordo è solo un primo passo, ora contratto integrativo ed elezione Rsu

Tommaso Nutarelli
Settembre17/ 2021

Il protocollo siglato con il colosso dell’e-commerce rappresenta una svolta significativa, il riconoscimento che le relazioni industriali sono un valore aggiunto, non un ostacolo, un punto di partenza e non di arrivo per un’occupazione di qualità. A dirlo è Salvatore Pellecchia, segretario generale della Fit-Cisl. Ampliando lo sguardo al mondo della logistica, il numero uno dei trasporti della Cisl, parla di un universo frammentato, costellato da piccole, se non piccolissime imprese. È mancata un politica industriale, ma con il Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza, non abbiamo più alibi.

Con questo protocollo si apre il dialogo tra Amazon e i sindacati. Siete soddisfatti?

Certamente. Amazon rispecchia una cultura dei consumi sempre più presente nel nostro paese, che con il lockdown ha avuto un’ulteriore crescita, che si sta consolidando, visto che nel I° trimestre del 2021 il suo fatturato è cresciuto del 5% rispetto al 2020. Inoltre con i suoi 40 siti, i 9.500 dipendenti nei magazzini e i 15mila driver, Amazon ha un ruolo sempre più predominate nella nostra logistica dove, a differenza di altre realtà, non abbiamo player e campioni nazionali. Quello che ancora mancava era un riconoscimento, da parte di Amazon, del valore delle relazioni industriali e del ruolo dei sindacati.

Che prospettive apre il documento?

Questo protocollo è il frutto del lavoro di cinque mesi. Lo sciopero nazionale dello scorso 22 marzo ha dato una spinta decisiva a questo percorso che ha visto la nascita del protocollo, nel quale abbiamo fatto capire ad Amazon che un sistema di relazioni industriali partecipativo, dove c’è confronto, valutazione e analisi condivisa, non è un ostacolo ma un valore aggiunto. Si tratta di un traguardo importante, perché afferma il diritto dei lavoratori a vedere rappresentati i propri interessi, ma non è un punto di arrivo.

Nel concreto, per esempio, quando e come sarà possibile per i lavoratori eleggere le Rsu?

Ancora questo non è stato stabilito. Il protocollo riconosce tre livelli di contrattazione e rappresentanza: nazionale, territoriale e aziendale. Quindi abbiamo posto le basi per l’elezione delle rappresentanze di base all’interno di Amazon.

Quali sono i passi futuri da compiere?

Il prossimo obiettivo è la definizione di un contratto integrativo aziendale che includa tutte le peculiarità della realtà Amazon. L’intenzione dell’azienda è di aprire nuovi siti, e il sindacato sarà presente per far sì che non solo si crei nuova occupazione ma soprattutto buona occupazione.

Ampliando lo sguardo al mondo della logistica, che con il lockdown ha assunto un ruolo sempre più cruciale per le nostre vite, qual è lo stato di salute del settore?

La debolezza principale della nostra logistica è l’assenza prolungata di una vera politica industriale. Parliamo di un settore con 110mila imprese, 90mila sono riconducibili all’autotrasporto e il 90% del totale con un fatturato inferiore ai 5 milioni di euro. In media ogni azienda occupa 9 addetti; il 60% sono imprese personali, con non più di due mezzi. È un universo caratterizzato dalla frammentazione e dal nanismo, dove non si erge un player nazionale.

Che cosa dovrebbe fare una politica industriale degna di questo nome?

Dovrebbe spingere, prima di tutto, verso l’aggregazione delle aziende. Un’impresa più grande si posiziona meglio sul mercato, ha più forza nel sostenere i costi, senza far ricadere tutto sulle condizioni di lavoro, e ha maggiori risorse per gli investimenti. Si parla molto della svolta digitale, ma la nostra logistica ne è ancora molto lontana. Altro elemento è il ricambio generazionale. Servono lavoratori che sappiano dialogare con le nuove tecnologie.

Il Pnrr è una grandissima occasione.

Assolutamente sì. Oggi non ci può essere più l’alibi della mancanza di risorse. Dobbiamo, piuttosto, spendere velocemente e bene i denari. La rivoluzione del ferro, ossia il potenziamento della rete ferroviaria non solo per spostare le merci, ma anche gli stessi tir utilizzando le cosiddette autostrade viaggianti, offre maggiori performance nel trasporto e standard di sicurezza più elevati senza contare i benefici ambientali legati alla riduzione dell’inquinamento atmosferico e in particolare delle emissioni di co2, del rumore prodotto e della congestione del traffico il tutto in coerenza con gli obiettivi dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Come è l’interlocuzione con i sindacati autonomi?

Nei confronti delle sigle autonome non abbiamo nessun atteggiamento pregiudiziale. Sui contenuti, quando migliorano la condizione dei lavoratori, siamo aperti al confronto con tutti. È chiaro che per noi, come per le altre organizzazioni confederali, la stella polare rimane il contratto collettivo nazionale di lavoro.

Tommaso Nutarelli

Tommaso Nutarelli

Redattore de Il diario del lavoro.

Redattore de Il diario del lavoro.