Le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati nei primi tre mesi del 2022 sono state 1.865.000, con un aumento del +43% rispetto allo stesso periodo del 2021. E’ quanto rileva l’osservatorio dell’Inps sul precariato. La crescita ha interessato tutte le tipologie contrattuali, risultando accentuata per le assunzioni stagionali (+113%), gli intermittenti (+85%), il tempo indeterminato (+44%), l’apprendistato (+43%). Per le altre tipologie gli aumenti sono più contenuti: tempo determinato (+35%) e somministrati (+29%).
La dinamica delle assunzioni è stata più consistente nelle imprese più piccole (+57% sotto i 15 dipendenti), a decrescere poi con l’aumento della dimensione aziendale: da 16 a 99 dipendenti (+40%) e oltre 99 dipendenti (+32%). Per quanto riguarda le tipologie orarie, il confronto tra il primo trimestre del 2022 con quello del 2021 registra andamenti in linea con la variazione del complesso delle assunzioni.
Le trasformazioni da tempo determinato nel primo trimestre 2022 sono risultate 191.000, in aumento rispetto allo stesso periodo del 2021 (+68%). Nello stesso periodo, le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo, pari a 31mila, risultano essere aumentate del 14% rispetto all’anno precedente.
Le cessazioni dei primi tre mesi del 2022 sono state 1.515.000, in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+47%). In aumento tutte le tipologie contrattuali: stagionali (+105%), intermittenti (+77%), apprendistato (+60%), tempo indeterminato (+47%), tempo determinato (+38%) e somministrazione (+37%).
Il saldo annualizzato, vale a dire la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi, dopo gli andamenti negativi registrati nei mesi più acuti della prima fase della pandemia (antecedente all’avvio della vaccinazione di massa), a partire da marzo 2021 ha segnato un continuo recupero.
A marzo 2022 si registra un saldo pari a 763mila posizioni di lavoro. In particolare, per il tempo indeterminato la variazione positiva risulta pari a 169mila unità mentre per l’insieme delle altre tipologie contrattuali la variazione complessiva è pari a 594mila unità, con un ruolo rilevante dei rapporti a termine.
Nei primi tre mesi, rispetto al corrispondente periodo del 2021, tutte le tipologie di rapporti di lavoro incentivati (con riferimento sia alle assunzioni che alle variazioni contrattuali) presentano una significativa variazione positiva. In termini percentuali l’esonero giovani presenta la variazione più consistente, tuttavia l’incentivazione denominata “Decontribuzione Sud”, per la sua estensione e pratica assenza di requisiti particolari di accesso, è in termini assoluti l’agevolazione più rilevante.
Nel primo trimestre, riferisce l’Inps, le assunzioni in somministrazione sono aumentate per entrambe le tipologie contrattuali: tempo indeterminato +92%, a termine +27%. Anche per le cessazioni si rileva un aumento per le due tipologie contrattuali, con andamento analogo alle assunzioni.
La consistenza dei lavoratori impiegati con contratti di prestazione occasionale a marzo si attesta intorno alle 14mila unità (in aumento del 25% rispetto allo stesso mese del 2021). L’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 247 euro. Per quanto attiene ai lavoratori pagati con i titoli del libretto famiglia, a marzo risultano circa 13mila, in diminuzione del 75% rispetto a marzo 2021, periodo in cui il bonus baby sitting era erogato attraverso il libretto famiglia. L’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 193 euro.
Inoltre, secondo l’Inps, per le cessazioni dei contratti a tempo indeterminato per tipologia si evidenzia un forte aumento dei licenziamenti di natura economica e disciplinari (rispettivamente +162% e +48%). L’istituto ricorda che nel primo trimestre 2021 i licenziamenti economici erano ancora bloccati dalle normative specifiche introdotte nel 2020. Nel confronto con il 2019 per i licenziamenti economici si rileva una contrazione (-17%) e un aumento per quelli disciplinari (+59%). Anche le dimissioni registrano un incremento nel primo trimestre rispetto al corrispondente trimestre del 2021 (+35%) e del 2019 (+29%).
Infine, nel primo trimestre i flussi nel mercato del lavoro (assunzioni, trasformazioni e cessazioni) hanno ripreso i livelli pre-Covid, compromessi nel biennio 2020-2021 dall’emergenza sanitaria con le connesse chiusure e restrizioni. Complessivamente, sia le assunzioni che le cessazioni hanno superato il livello del 2018-2019 e anche le trasformazioni si sono avvicinate al livello massimo in precedenza registrato nel 2019.
E.G.