Si è svolta oggi, nella sede della Uil, la conferenza stampa congiunta di Uil Poste, Slc Cgil e le confederazioni Uil e Cgil, per illustrare le ragioni dello sciopero indetto per il prossimo 3 giugno dalle lavoratrici e dai lavoratori di Poste Italiane, contro precarietà, lavoro povero e taglio degli organici.
“Tra il 2016 e il 2024, il numero di precari in Poste è più che raddoppiato, passando da 4556 dipendenti a termine a più di 10 mila. Nello stesso lasso di tempo – ha aggiunto il segretario generale di Uil Poste, Claudio Solfaroli Camillocci – c’è stata una costante riduzione dell’organico stabile che, da un complessivo di 132525 dipendenti, si è ridotto a 109510. Eppure, il 2024 si è chiuso con la cifra record di 2 miliardi di euro di utili, 1,4 dei quali distribuiti agli azionisti, lasciando le briciole ai dipendenti” .
“La narrazione di questa azienda sui media è patinata – ha rimarcato Nicola Di Ceglie, segretario nazionale Cgil, responsabile area Servizi postali – ma la realtà è diversa, come dimostrano i dati appena illustrati. Questa è una azienda che si sta candidando a diventare il volano del Paese, ma ci sono delle contraddizioni inaccettabili: le condizioni di lavoro dei dipendenti, con i salari fermi, a fronte di un aumento considerevole dei dividendi”.
“L’azienda – ha aggiunto Pino Gesmundo, segretario confederale nazionale Cgil – raccoglie risparmio privato dei cittadini e delle cittadine, e risorse pubbliche, dovrebbe, quindi, preoccuparsi di metterle a disposizione del Paese. Invece, è un’azienda che mette al centro il profitto”.
“Noi chiediamo responsabilità all’azienda anche quando avversiamo la progressiva chiusura degli uffici postali nelle aree interne e nelle periferie del nostro Paese. La remunerazione degli investitori la stanno pagando le cittadine ed i cittadini, spesso i più fragili, che si vedono negati dei presidi di coesione sociale, economica e di cittadinanza” ha sottolineato Riccardo Saccone, segretario generale Slc-Cgil.
Ha concluso Vera Buonomo, segretaria confederale della Uil, commentando il brusco deteriorarsi, dallo scorso autunno, delle relazioni sindacali in azienda: “Poste non è un‘azienda privata, ma un’infrastruttura pubblica che eroga servizi essenziali a milioni di cittadini. Pensiamo che “partecipazione” significhi coinvolgere in modo reale le rappresentanze sindacali e non scegliere con chi interagire relazionandosi in modo selettivo con le forze sindacali presenti in azienda – ha rimarcato Buonomo – vogliamo, perciò, rivendicare il nostro diritto al dissenso che va esercitato ogni qual volta la dignità del lavoro non viene rispettata e, per questo, invitiamo tutte le lavoratrici e i lavoratori di Poste Italiane a scioperare con noi!”.