“I dati Istat sulle forze di lavoro restano purtroppo molto negativi”. Lo sostiene in una nota il Segretario generale aggiunto della Cisl Giorgio Santini, commentando i dati Istat di oggi su occupati e disoccupati.
“Rispetto al mese di agosto 2012 – sostiene il sindacalista – l’occupazione registra una diminuzione di 57 mila unità e la disoccupazione aumenta di 62 mila unità. Ma quel che è più grave è che in un anno i disoccupati sono cresciuti di 554 mila unità (+ 2%) e che il tasso di occupazione complessivo continua a scendere, dopo molti anni è tornato al di sotto del 57%”. “La caduta degli occupati – dice Santini – in prevalenza gli uomini – segnala che ormai la disoccupazione riguarda anche il nucleo tendenzialmente più stabile del mercato del lavoro, mentre la tenuta dell’occupazione femminile pur a livelli sempre bassi si spiega con lo spostamento verso il lavoro nei servizi alle persone. Il conto più alto resta sulle spalle dei giovani la cui disoccupazione sfonda il 35% nei giovani da 15-24 anni”.
“L’Istat – prosegue – dà in quest’occasione anche il dato di quanti giovani tra questi siano effettivamente in cerca di lavoro avendo concluso l’iter scolastico. Il numero è molto rilevante superando 600 mila unità e rappresenta in modo inequivocabile quanto sia ormai diffuso il disagio sociale e l’emergenza lavoro per i giovani. La crudezza di questi dati deve impegnare tutti a dare assoluta priorità e nuova energia per costruire in tutte le forme possibili nuove opportunità di lavoro: è necessario evitare che le centinaia di migliaia di lavoratori oggi negli ammortizzatori sociali scivolino inesorabilmente e drammaticamente verso la disoccupazione”.
“E’ necessario che il governo d’intesa con le Regioni – conclude – emani subito i decreti legislativi per rafforzare le politiche attive del lavoro e la ricollocazione dei lavoratori disoccupati e cassaintegrati. Va rafforzato l’apprendistato per tutte le diverse specificità di disoccupazione giovanile anche per correggere titoli di studio non adeguati al lavoro ed è necessario attuare su larga scalo un nuovo contratto intergenerazionale che preveda il parttime in uscita per i lavoratori anziani con contestuale assunzioni di giovani”. (LF)
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