Stato di agitazione dei sindacati di categoria e dei lavoratori del gruppo Acea il 12 marzo, per via delle scelte strategiche del gruppo, considerate dai sindacati “arroganti” e “illegittime”.
I vertici societari del gruppo Acea, secondo le organizzazioni sindacali, non hanno ancora risolto molti dei problemi emersi nelle precedenti gestioni, come il sistema di recapito, considerato “inefficiente” e i nuovi sistemi informatici, costati oltre 50 milioni di euro non più di tre anni fa: “Continuano a dare disservizi – si legge in una nota sindacale – con fatturazioni alla clientela sovrastimate e le conseguenti lamentele degli stessi”. Il gruppo, per far fronte al problema, tre mesi fa ha deciso di sostituire la piattaforma informatica, investendo altri 50 milioni di euro.
La società, quindi, tenta di cambiare strategia, affidandosi alle teorie del Guru di Harvard John Kotter, consulente esperto di merchandising. “Costa 45 mila euro al mese – spiegano i sindacati – e la sua strategia si basa sull’aumento dell’appetibilità per i clienti, ma bisognerebbe ragionare in maniera coerente con la natura del gruppo, cioè un’impresa di servizio pubblico essenziale che opera con maestranze e impianti da far funzionare 24 ore su 24”.
Il fatto che ha provocato l’ira dei sindacati è stato il trasferimento di un centinaio di lavoratori dal gruppo Acea verso i call center, per compensare la grande domanda di richieste e lamentele della clientela. “A noi interessa il metodo con il quale sono stati spostati questi lavoratori – spiegano i sindacati – non vogliamo entrare nel merito, vogliamo capire quali sono gli obbiettivi del gruppo e le difficoltà che questa operazione porterà ai lavoratori”.
Infine, i sindacati lamentano di non essere stati interessati alla preparazione del piano industriale. “Vogliamo che questo piano tenga conto dei nuovi strumenti tecnologici che verranno introdotti – spiegano le organizzazioni sindacali -. Vogliamo partecipare al processo di cambiamento, non si può andare avanti se si passa sopra i diritti e la professionalità dei lavoratori”.
Emanuele Ghiani