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Home - Notizie del giorno - Stellantis, sindacati: bene le 400 assunzioni a Mirafiori ma serve un piano industriale per il rilancio. Fiom: “situazione molto critica

Stellantis, sindacati: bene le 400 assunzioni a Mirafiori ma serve un piano industriale per il rilancio. Fiom: “situazione molto critica

di tommaso1
20 Ottobre 2025
in Notizie del giorno, In evidenza
Stellantis, Giorgetti convoca le parti per l’11 ottobre

L’amministratore delegato di Stellantis, Antonio Filosa, “dopo la richiesta di incontro di tutte le organizzazioni sndacali, ha incontrato i sindacati italiani per primi in Europa. La situazione di Stellantis in Italia ci consegna un quadro che necessita di un vero e proprio testa coda per invertire la direzione degli ultimi anni che oggi non c’è stato. Il quadro ereditato dall’attuale amministratore delegato ci dice che quest’anno la produzione sarà ulteriormente in peggioramento rispetto il 2024, l’occupazione è in continua riduzione attraverso le uscite volontarie incentivate”. Così il leader della Fiom, Michele De Palma, e Samuele Lodi, segretario nazionale della Fiom responsabile del settore mobilità, al termine dell’incontro tra azienda e sindacati.

“In controtendenza, per Mirafiori ci sarà l’assunzione di 400 lavoratori per far fronte all’aumento dei turni per la 500 ibrida – dicono – ma per gli altri stabilimenti nessun segnale di rigenerazione dell’occupazione a partire dagli enti centrali. Il problema è invertire il dato di utilizzo degli ammortizzatori sociali in tutti gli altri stabilimenti che coinvolgono circa il 60% dei dipendenti. Il piano Italia presentato al Governo e ai sindacati lo scorso 17 dicembre 2024 al Mimit deve prevedere l’anticipo dei tempi di avvio dei modelli annunciati e l’implementazione con ulteriori nuovi modelli mass market”.

La Fiom chiede di “lavorare a un nuovo piano industriale che necessariamente deve vedere il coinvolgimento dei sindacati, nell’ottica di trovare le giuste soluzioni per dare garanzie di prospettiva produttiva e occupazionale a tutti gli stabilimenti italiani e alla ricerca e sviluppo. Gli investimenti sono necessari perché con i dazi il mercato sarà ormai solo europeo vista la chiusura dello sbocco negli Usa. E’ necessario un confronto tra sindacati, costruttori e istituzioni europee per dare certezze alla giusta transizione ecologica garantendo l’occupazione”.De Palma e Lodi chiedono inoltre “un percorso che porti ad un accordo con Stellantis e il governo che tuteli e rilanci produzione, occupazione e ricerca e sviluppo”.

Il leader della Fim, Ferdinando Uliano, ha ribadito al ceo di Stellantis, Antonio Filosa, che “data l’attuale situazione dei volumi produttivi entro fine anno non si raggiungeranno i 310.000 veicoli, con riflessi importanti su occupazione e ammortizzatori sociali. E’ quindi indispensabile non solo un’accelerazione degli impegni già assunti in sede ministeriale, ma soprattutto un rafforzamento strategico del nuovo piano Italia, con maggiori investimenti e nuovi modelli produttivi” .Al termine dell’incontro tra azienda e sindacati, Uliano sottolinea che “la comunicazione di circa 400 assunzioni a Mirafiori, a partire da febbraio, rappresenta un segnale positivo, in controtendenza rispetto al calo occupazionale degli ultimi anni. La 500 ibrida, ricordiamo, fu una richiesta sindacale avanzata all’allora ceo di Stellantis. Ora è necessario rafforzare la missione produttiva di Mirafiori con ulteriori assegnazioni nel prossimo piano industriale. Restano tuttavia aperte alcune criticità negli altri stabilimenti, che devono essere affrontate con urgenza nel nuovo piano Italia”.

Sullo stabilimento di Cassino “si è ribadita la volontà di trasformare in multienergy tutte le vetture previste e si prevede nel breve periodo a recuperare i tempi persi su Alfa Romeo Stelvio e Giulia – prosegue Uliano – accogliamo positivamente la smentita delle voci sulla chiusura dello stabilimento, ma riteniamo necessario anticipare i lanci per ridurre le situazioni di sofferenza occupazionale e l’uso degli ammortizzatori sociali”.

Su Pomigliano, afferma il leader della Fim, “hanno confermato gli impegni presi nel piano presentato il 17 dicembre 2024.Sullo stabilimento di Melfi sono confermati gli impegni presi a partire dal previsto lancio produttivo della nuova Jeep Compass nelle versioni multienergy, che si aggiungerà alla produzione della DS8 full electric. Nel corso del 2026 seguiranno le produzioni di DS7 e Lancia Gamma, anch’esse in versione multienergy. Abbiamo ribadito la necessità di motorizzare in ibrido anche la DS8 e, vista la forza occupazionale e la complessità dell’indotto, di assegnare un ulteriore modello allo stabilimento, insieme a un maggior impegno a sostegno dell’indotto”.

Per lo stabilimento di Atessa “è stata confermata la leadership nel settore dei veicoli commerciali e gli impegni presi, ma si è evidenziata la preoccupazione sul tema delle limitazioni del quadro regolativo – aggiunge – per Termoli, invece, abbiamo denunciato la grave situazione produttiva, dovuta allo stop alla Gigafactory delle batterie e all’assenza di nuove assegnazioni di motori. Abbiamo chiesto di chiarire in tempi brevi la strategia futura dello stabilimento, anche attraverso nuove assegnazioni, ribadendo che è fondamentale avere in Italia anche una produzione nazionale di batterie.

Nel confronto con il ceo Filosa è emersa una situazione di forte incertezza del mercato europeo dell’auto, legata al tema delle multe per le emissioni di CO2 e ai limiti alla produzione di motori endotermici fissati per il 2035. Secondo Stellantis, questo quadro crea difficoltà nella definizione del futuro piano Italia. La situazione di regolamentazione in Usa ha consentito al gruppo di decidere 13 miliardi di dollari in investimenti, con una ricaduta di 5 mila nuovi occupati”.La Fim ritiene “necessario rivedere le politiche europee sulle sanzioni per evitare ripercussioni negative su occupazione e imprese. Alla luce dei ritardi infrastrutturali e della mancanza di misure di sostegno alla transizione, chiediamo alle istituzioni europee di ridefinire tempi e modalità di attuazione della decarbonizzazione, rendendo il processo sostenibile sul piano industriale, economico e sociale – conclude Uliano – il ceo di Stellantis si è poi soffermato sulla opportunità di sviluppare le key car, di rinnovare il parco vetture in Europa, di puntare sulla neutralità tecnologica per rafforzare il mercato europeo”.

“Siamo confidenti che il lancio di vetture ibride possa rappresentare un punto di partenza per la ripresa degli stabilimenti Stellantis in Italia e prendiamo atto con soddisfazione che il ceo Antonio Filosa intende muoversi proprio in questa direzione. Tuttavia siamo anche consapevoli che siamo soltanto all’inizio di un percorso assai difficile, che dipende in parte da Stellantis, ma in parte anche dalla correzione di quelle politiche europee che stanno distruggendo l’industria senza purtroppo salvare l’ambiente. Dobbiamo restituire fiducia ai lavoratori attraverso la ripresa della produzione in tutte le fabbriche”. Lo dichiarano Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, e Gianluca Ficco, segretario nazionale della Uilm responsabile del settore auto, al termine dell’incontro tra Stellantis e sindacati.

“Sono stati confermati – spiegano Palombella e Ficco – gli imminenti lanci dei modelli ibridi a Melfi e a Mirafiori, dove peraltro avremo 400 assunzioni per poter implementare il secondo turno in carrozzeria. Inoltre, è stata finalmente sciolta la riserva sulla assegnazione di modelli ibridi allo stabilimento di Cassino, novità decisiva per la stessa sopravvivenza di quella fabbrica. Si tratta di prime importanti risposte, che però dovranno essere seguite da strategie per gli altri stabilimenti e soprattutto da azioni concrete”.

Le dichiarazioni di Stellantis, aggiungono i due sindacalisti della Uilm – hanno però chiarito con grande franchezza che il piano industriale per l’Europa e per l’Italia sarà completato anche sulla base delle scelte che la Ue assumerà. Anzi, hanno puntualizzato che gli imponenti investimenti negli Usa sono facilitati proprio da una regolamentazione orientata al sostegno all’industria e non fossilizzata esclusivamente sull’elettrico. Questo conferma che c’è una battaglia da fare per abolire le famigerate multe, che colpiscono le auto e ancor di più i veicoli commerciali, e per definire una transizione sostenibile ispirata ai principi di neutralità tecnologica e di libertà di scelta dei consumatori”.

 

 

 

tommaso1

tommaso1

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