Mario Draghi, Olaf Scholz e Emmanuel Macron insieme in mezzo alle macerie di Irpin. E’ il messaggio, in uno dei luoghi simbolo della distruzione della guerra, lanciato dai tre leader europei, prima del colloquio con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al Palazzo Presidenziale.
La cittadina alle porte di Kiev è ormai ridotta a un cumulo di macerie, tra le quali aleggia ancora l’odore dolciastro della morte. I tre leader europei, accompagnati dal sindco Oleh Bondar e dalle autorità locali, si sono soffermati davanti alle case sventrate. Quello che è rimasto delle facciate è annerito dal fuoco, i vetri sono stati sbriciolati. Draghi ha chiesto quante sono state le vittime. “Oltre 300 tra i civili”, gli ha risposto il capo dell’amministrazione militare Kuleba, che gli ha anche spiegato che è stato già creato un sistema informatico, con una app, per una stima dei danni in vista della ricostruzione.
I leader si sono anche fermati a guardare le fotografie e un video sui durissimi bombardamenti che hanno colpito la città, prima della toccante visita nel luogo dove è rimasta una macchina sventrata: è quella, centrata da un colpo di mortaio, in cui sono morti una mamma con i suoi due bambini.
“Qui – ha detto Draghi al termine della visita – è un luogo di distruzione ma anche di speranza, hanno usato parole di dolore ma anche di speranza e futuro: molto riguarda il futuro e la ricostruzione. E’ un popolo che è stato unito dalla guerra e che può fare cose che forse non avrebbe potuto fare prima. Hanno distrutto gli asili e i giardini di infanzia, sarà ricostruito tutto. Hanno già iniziato, sono già a uno stadio molto avanzato di valutazione”. A chi gli chiedeva se ci vorrà un piano Marshall, Draghi ha risposto: “Ne parliano dopo”, nel colloquio con Zelensky, previsto a breve.
tn