Stride drammaticamente il confronto tra i dati dell’industria metalmeccanica della Lombardia e quella del Baden Wurttemberg. Da un lato una lunga sequenza di segni meno, dall’altra esattamente l’opposto. Solo la produttività si muove con una tendenza simile a quella di casa nostra. Nei primi sette mesi dell’anno, infatti, anche oltre le Alpi ha fatto segnare un –1,2%. Per il resto: fatturato +5%, produzione +1,8%, occupazione + 4%. Negli ultimi dodici mesi è stato raggiunto il livello di produzione pre crisi, l’occupazione ha avuto un calo, ma ora è in ripresa e nei prossimi mesi raggiungerà anch’essa il livello precedente, gli ordinativi sono in recupero.
La fotografia offerta da Joerg Hoffmann, segretario generale Ig Metall della regione tedesca, è emblematica delle diverse condizioni in cui due delle più forti industrie manifatturiere europee si trovano ad affrontare la crisi.
L’occasione è l’incontro tra Fim e Ig Metall 2012 svoltosi oggi a Sesto San Giovanni, in uno spazio ricavato tra quel poco che resta degli imponenti capannoni della Breda. Gli appuntamenti tra Fim Cisl della Lombardia e Ig Metall del Baden Wurttemberg sono una consuetudine che si ripete ormai da parecchi anni e mettono a confronto esperienze e strategie di due realtà regionali a forte vocazione industriale. L’obiettivo dell’incontro odierno aveva come tema il rafforzamento della comune azione sindacale in Europa contro la crisi, per nuove politiche industriali di sviluppo, per il rilancio della contrattazione collettiva, per la tutela dei diritti dei lavoratori, per le garanzie per la buona e stabile occupazione.
La differente realtà economica evidenziata dalla crisi, condiziona in modo significativo anche il mestiere principe delle organizzazioni sindacali: la contrattazione. Come ha sottolineato il segretario generale della Fim, Nicola Alberta, molte delle vertenze di secondo livello avviate dai metalmeccanici lombardi sono di tipo difensivo, mentre i temi più generali riguardano la riduzione del carico fiscale sui salari, l’incremento della produttività e l’estensione della contrattazione integrativa.
Al centro dell’azione contrattuale del potente sindacato tedesco, invece, ci sono l’aumento dei salari e il contenimento dell’occupazione precaria. “Il tasso di disoccupazione tedesco è il più basso dall’unificazione, in Baden Wurttemberg è al 3,9%. In questa situazione registriamo una forte crescita dei contratti atipici – ha spiegato Joerg Hoffmann -. Per contrastare questa tendenza abbiamo reso il lavoro interinale più caro e quindi meno attraente per le imprese. Ma serve un’azione politica per garantire le stesse condizioni a tutti i lavoratori”.
Altro tema centrale dell’azione contrattuale dei metalmeccanici tedeschi è quello salariale. Dal 2007 al 2012 i salari sono aumentati del 16,74%, la produttività del 15,4% e l’inflazione del 10,76%. “Oggi i salari salgono più degli utili – sottolinea il leader della Ig Metall -. In tutti i settori in Germania quest’anno si sono avuti aumenti salariali e la domanda interna si è stabilizzata. Il nostro obiettivo è assicurare maggiori redditi per il rafforzare la domanda interna e assicurare una crescita durevole”.
Per il prossimo futuro l’Ig Metall punta su tre obiettivi: implementare i contratti collettivi per arricchire la formazione dei giovani e ridurre il lavoro interinale, avviare la tornata di contrattazione integrativa chiedendo maggiori salari, sollecitare un cambio di rotta nella politica tedesca.
Nel 2013 in Germania si vota e il sindacato tedesco è pronto a scendere in campo con una propria piattaforma: contenere le forme di lavoro precario introdotte con la riforma del 2003; garantire un ‘buon lavoro’ attraverso formazione, tutele, sanità, pensioni; sviluppare un politica industriale in grado di assicurare un crescita durevole e sostenibile.
Costantino Corbari